Un 5 gennaio di festa. A 8 anni dalla scomparsa di don Titino Levi (era il 5 gennaio 2014), storico parroco di Prestino e sacerdote-scout, la S. Messa che, come ormai da tradizione, ne rinnova la memoria (chiesa di Prestino, ore 18) sarà anche l’occasione per condividere una splendida notizia: “Abbiamo tagliato il traguardo – annuncia entusiasta Alfredo Ronchetti, presidente dell’associazione Casa Scout Don Titino – il debito verso la banca è estinto! La Casa è nostra a tutti gli effetti. Grazie a tutti! È un bel modo per iniziare il 2022 con fiducia e gratitudine, per guardare avanti e continuare il cammino”.

don Titino Levi in una foto d’epoca con un gruppo di scout

Un’avventura, quella della Casa Scout, iniziato quasi con incoscienza e spirito d’avventura.

Così raccontava lo stesso Alfredo Ronchetti al Settimanale qualche anno fa:

«Arrivammo alla casa grazie ad una sequenza di coincidenze. Dopo la morte di don Titino, nel gennaio 2014, nell’arco di un paio di mesi maturammo l’idea di dare vita ad una base scout; il modo, secondo noi, più concreto per commemorare la figura del sacerdote. In quel mentre qualcuno ci comunicò la notizia che la Baita Elisa era chiusa da tempo. Andammo a vederne le condizioni e ci mettemmo in contatto con i vecchi gestori, che ci dissero che la struttura non era più di loro proprietà, che era stata affidata ad altri, i quali non l’avevano più in gestione…  Grazie all’interessamento di persone diverse catturammo, insomma, una serie di voci. Fino alla scoperta, visitando il sito del tribunale, che la struttura era all’asta. Sembrava qualcosa di impossibile. All’epoca era effettivamente molto difficile immaginare che la cosa sarebbe andata a buon fine, vista la presenza di altre persone interessate alla casa, la necessità di metterci dei soldi… Insomma davanti a quella che era soltanto un’idea si ponevano molte difficoltà…».

«Tra gennaio 2014 e il gennaio 2022 – ci spiega oggi il presidente – ci sono stati otto anni di impegno, gioie, timori e tanto tantissimo lavoro. Sapevamo che non sarebbe stato facile, che la cifra da pagare era alta e che i lavori per il recupero della baita sarebbero stati lunghi e onerosi. Oggi siamo a festeggiare un traguardo, sapendo che, grazie alle tante persone che hanno vissuto l’esperienza dello scoutismo comasco e hanno conosciuto don Titino, saremmo potuti arrivare prima a questo traguardo. Purtroppo, però abbiamo dovuto fare i conti con un periodo economico e lavorativo non facile, e poi è arrivato il Covid 19… Le attività dei ragazzi si sono arrestate, non abbiamo potuto promuovere eventi associativi. Insomma, tutto si è fermato».

Come avete reagito a questi anni di fatica?

«Approfittando della chiusura abbiamo continuato a lavorare, svolgendo piccoli lavori di sistemazione. Negli anni abbiamo creato un piccolo gruppo di lavoro, “quelli del sabato mattina”, che si ritrova settimanalmente per occuparsi della manutenzione della struttura. Ciascuno di noi fa quello che può, mentre per lavori più impegnativi ci affidiamo a delle imprese, cercando sempre di spendere al meglio il denaro frutto delle tante donazioni di associati e di amici. Nella “squadra” dei volontari c’è anche chi lava e stira, chi cura il sito, chi partecipa alle riunioni di consiglio allargato, chi sale in baita per le pulizie. Ciascuno, in questi anni, ha contribuito come poteva, chi con tanto chi con meno, ma ogni euro è stato importante e donato con generosità. Così come è la nostra filosofia di accoglienza, perché in Casa Scout Don Titino non c’è una quota fissa per pernottare, ma ogni gruppo, in coscienza, effettua una donazione per quello che può dare. Tutta la nostra breve storia si basa sul volontariato, sulla gratuità del servizio, credendo fermamente nella Provvidenza e fidandosi delle persone. Il vangelo lo insegna e noi ne abbiamo avuto la conferma. Tanti sono gli amici che in questi anni ci hanno aiutato gratuitamente, mettendo a disposizione attrezzature e materiali e, una volta terminato il lavoro, lasciandoci anche un’offerta».

Oggi celebrate un traguardo importante. Che cosa vi attendete dal domani?

«Attorno alla casa scout si muove un bel mondo di persone che, a vario titolo, hanno contribuito al raggiungimento di questo primo obbiettivo. Già perché la strada è ancora lunga. Quello che ci aspetta è un rinnovato impegno perché sia possibile offrire sempre qualche cosa in più ai tanti bambini, ragazzi e giovani che ogni anno ci vengono a trovare, partecipando alla nostra avventura. Per tutti loro è nata la base scout e pensando a loro troviamo le energie per continuare con gioia il nostro servizio. In questi anni abbiamo ospitato più di 5000 ragazzi. Oggi abbiamo ancora tante idee, progetti e sogni, lo scoutismo insegna che quando finisce una strada ne incomincia un’altra, ancora più emozionante. A tutti va il nostro ringraziamento, siamo felici di questo traguardo che giunge in prossimità di quel 5 gennaio che ha dato vita a tutto questo. Ci piace pensare che la morte di don Titino abbia generato una nuova vita, che continua la sua opera educativa carica di gioia, emozione e passione attraverso la Casa Scout».