A poche ore dalla scomparsa di Roberto Bernasconi, avvenuta questa mattina all’ospedale S. Anna di San Fermo della Battaglia, la Caritas diocesana di Como ha diffuso una lettera per salutare il suo direttore.
«Il 1° marzo scorso al termine del rosario per la pace in Cattedrale – si legge – Roberto ha rivolto un invito all’accoglienza delle persone in fuga dalla guerra scoppiata in Ucraina. Poche ore dopo è stato colto dal malore da cui non si è più ripreso. In quell’occasione aveva concluso il suo breve intervento dicendo: “Dopo una preghiera così intensa la nostra Chiesa propone anche delle opere a favore di questi nostri fratelli…” e ancora “sarebbe bello trovarsi insieme, imparare a conoscerci sempre più perché possiamo diventare insieme un’unica famiglia”. Parole che suonano oggi per noi come un mandato: continuare come una famiglia a tenere insieme preghiera e azione vivendo da fratelli».
I funerali di Roberto Bernasconi si terranno lunedì 21 marzo, alle 15, in Duomo a Como. La camera ardente sarà, invece, allestita nella cappella del Centro pastorale cardinal Ferrari di Como (per maggiori dettagli clicca qui)
La lettera – firmata la “famiglia” Caritas prosegue così: «Roberto era un uomo concreto, energico, per tutti noi un trascinatore, un entusiasta. Non si è mai risparmiato: nei viaggi in lungo e in largo per la nostra diocesi, in Italia nelle missioni per portare aiuto nelle zone colpite dai terremoti, nell’accoglienza vivendo in prima persona e senza riserve i drammatici fatti della primavera-estate del 2016 quando Como divenne l’epicentro della crisi migratoria. Fino agli ultimi giorni quando era in prima linea per gestire l’emergenza causata dalla guerra in Ucraina. Un uomo di azione che amava sporcarsi le mani – montando un letto o preparando semplicemente un piatto di pasta per un momento conviviale -, ma altrettanto condividere pensieri, idee e progetti. Con il suo impegno e la sua dedizione è stato capace di guadagnarsi la stima degli uomini e delle donne impegnati nelle istituzioni che hanno sempre trovato in lui un uomo di dialogo, un costruttore di ponti.
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