“Maria, la madre del Signore e nostra, non ci lascia soli, vigila su di noi, suoi figli, soprattutto in questo periodo così complesso e travagliato della storia del mondo, segnato dalle guerre, dal virus, dalla mancanza d’acqua, da una forte instabilità politica. Ella ci segue con premura e ci prepara un posto, là dove essa è giunta per prima, frutto della morte e risurrezione gloriosa del suo Figlio”. Questo un passaggio dell’omelia del Vescovo, monsignor Oscar Cantoni, nel pontificale della solennità dell’Assunta, presieduto la mattina del 15 agosto nella Cattedrale di Como.Una riflessione aperta alla speranza, con l’invito a vivere già oggi, qui, le cose di lassù. “Quando noi credenti ci sentiamo pienamente realizzati?”, si è chiesto monsignor Cantoni. Ecco la risposta: “Ogni volta che ci impegniamo ad amare, perché l’amore, che è ciò che caratterizza Dio e ci rende simili a Lui, viene donato a noi per opera dello Spirito santo per grazia“.

Solo quanti si impegnano ad amare (e non i potenti, gli orgogliosi o i superbi), quelli cioè che vivono nella libertà dell’amore, questi imitano Dio, anticipando in questo modo il Paradiso, luogo in cui si sperimenta la pienezza dell’amore in tutta la sua potenza”, è stata ancora la sottolineatura di monsignor Cantoni. “Non vogliamo evadere dalla nostra condizione umana – è stata la conclusione del Vescovo – ma dare un senso completo alla nostra permanenza terrena vivendo fin d’ora, profeticamente, secondo lo stile evangelico, il cui esito si manifesterà in pienezza e in modo definitivo solo lassù”.