«Penso che questo sia un momento in cui occorra dare coraggio a chiunque operi. Tutti noi abbiamo una missione: il Vescovo, i presbiteri, i diaconi, i missionari, le missionarie. Ma anche i genitori, le istituzioni, le forze dell’ordine, così come chiunque svolge una professione. Credo che serva dire grazie ed incoraggiare a continuare a costruire insieme questo mondo, che soffre. Papa Francesco dice: “Non vi fate togliere la speranza”. Il mio vuole essere un incontro di comunione, fratellanza, per darci forza reciproca. Che si vada avanti, ciascuno con il suo ruolo, ma andando incontro ai bisogni della gente».

Sono queste le parole, raccolte dal collega Marco Gatti, che fratel Biagio Conte aveva affidato al nostro giornale nel luglio 2019 durante il suo passaggio in città diretto verso Bruxelles.

In quell’occasione fratel Biagio – missionario laico pianto in questi giorni non solo dalla sua Palermo (dove ha dato vita a una preziosa realtà caritativa) ma da tutta Italia (Papa Francesco l’ha definito “generoso missionario di carità e amico dei poveri”) – era stato accolto alle porte della città da don Roberto Malgesini e con lui aveva camminato verso l’episcopio per incontrare il vescovo Oscar Cantoni. Una vicinanza spirituale, quella tra don Roberto e fratel Biagio, che da allora sembra non essersi più interrotta.

A confermarlo è Stefano Diodato un giovane del gruppo Legàmi che ha avuto la fortuna di incontrare fratel Biagio pochi giorni prima della sua morte. «Ho vissuto a Palermo – racconta Stefano – i giorni di Natale. Era la prima volta per me alla “Missione di speranza e carità” e ho avuto la fortuna di incontrare fratel Biagio nella sua stanza dove ha trascorso gli ultimi giorni a letto assistito dai suoi collaboratori. Durante il primo, rapido, incontro mi sono presentato e gli ho parlato di don Roberto e lui, a sentire quel nome, si è illuminato. Lo ricordava molto bene”. Un legame tra i due uomini di carità che Stefano sottolinea ancora.

Stefano (a destra) con don Pino Vitrano (a sinitra), braccio destro di fratel Biagio e un volontario

«A ripensarci sembra incredibile – racconta – ma la mia decisione di partire per Parlermo nasce proprio grazie a don Roberto. Nei mesi scorsi avevo accompagnato un gruppo proveniente dalla Valceresio che era arrivato in città per partecipare al “giro” (così i ragazzi di Legami chiamano le uscite in strada per andare a incontrare chi vive ai margini). È stato il sacerdote che accompagnava il gruppo a parlarmi di fratel Biagio mentre ci trovavamo a S. Rocco per incontrare chi vive lì e ricordare don Roberto. Io non avevo mai sentito parlare di lui e della sua opera a Palermo, ma in me è nato il desiderio di conoscere questa esperienza così sono partito».

Per alcuni giorni Stefano ha conosciuto e vissuto dall’interno l’opera avviata dal missionario e oggi portata avanti grazie al lavoro di quanti hanno seguito la sua strada. «Attualmente ci sono tre strutture – spiega Stefano – due maschili e due femminili. In ciascuna di queste chi vive in strada può trovare un letto, un pezzo di pane, assistenza sanitaria e soprattutto un po’ di calore umano».

Questa mattina, alle 10.30, a Palermo si terranno le esequie di fratel Biagio Conte presiedute dall’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice. A questo link è possibile seguirle.