Don Roberto Seregni ci racconta la vita nella parrocchia di Carabayllo a poco più di due settimane dal passaggio dell’alluvione Yaku che, partendo dal nord del Paese, è arrivato ad interessare anche la capitale Lima.

«Mi commuove sempre vedere la generosità dei poveri. Nei giorni scorsi, ad esempio, una nonnina mi si è avvicinata al termine della messa e mi ha consegnato una piccola borsa. All’interno c’erano un kg di riso e un litro di olio da destinare alle famiglie colpite dall’alluvione Yaku. Un gesto piccolo, piccolissimo, che non risolverà la situazione, ma che mi ha confermato, ancora una volta, la bellezza e la spontaneità di poveri che aiutano altri poveri. Per me un vero insegnamento».

«Per fortuna – spiega don Roberto – le piogge sono finite e la situazione sembra essersi ristabilita».

I danni maggiori si sono concentrati soprattutto nella parte nord della parrocchia, in una zona periferica dove una cinquantina di famiglie hanno perso praticamente tutto, sotto una valanga di fango.

Il sacerdote, insieme ad alcuni volontari della parrocchia, ha organizzato un sistema di aiuti visitando periodicamente le famiglie colpite per portare loro generi di prima necessità. «Siamo già stati diverse volte – racconta il fidei donum – ma quello che stiamo facendo è semplicemente tamponare la situazione. Abbiamo portato materassi e viveri, ma fino a quando il fango non sarà completamente rimosso e le case ricostruite, la situazione non potrà tornare alla normalità».

Ma i danni provocati dalle piogge non sono solo materiali. Don Roberto ci ha raccontato delle conseguenze provocate dall’alluvione soprattutto sui bambini: «In questa parte della parrocchia sono 140 i minori e molti di loro – mi hanno raccontato le mamme – stanno avendo problemi a dormire. Hanno incubi continui e molti sono ancora in stato di shock. Per cercare di dare loro un supporto, grazie ad alcuni giovani psicologi che si sono laureati alla facoltà cattolica diocesana, abbiamo avviato un progetto di sostegno con incontri periodici».