Il 21 maggio, solennità dell’Ascensione, si celebra la cinquantasettesima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. In occasione di questo appuntamento, l’Associazione Amici del Settimanale (Ased), il Settimanale della diocesi di Como, l’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali e la Consulta diocesana delle Aggregazioni Laicali (Cdal), propongono una serata di incontro e approfondimento a partire dal messaggio di papa Francesco “Parlare con il cuore – Secondo verità nella carità”. Sarà ospite a Como, nella serata di venerdì 26 maggio, alle 21.00, al Cinema Astra di viale Giulio Cesare, il giornalista e scrittore Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero della Comunicazione della Santa Sede. Vaticanista prima de “Il Giornale” poi de “La Stampa”, già collaboratore di diverse testate italiane, è autore di numerosi libri (l’ultimo è stato pubblicato da Piemme nel 2022 dal titolo “La vita di Gesù”, con il commento del pontefice), a Como parlerà della comunicazione di papa Francesco. La serata, per chi non potrà essere presente di persona, potrà essere seguita in streaming sul canale YouTube del Settimanale, nell’ambito del progetto “AstraHub”.

Il messaggio di papa Francesco per la Giornata delle Comunicazioni invita a parlare con il cuore. Ma è molto importante il sottotitolo “secondo verità nella carità”. Quali riflessioni le suscita questa scelta? «Le parole del Papa – risponde Tornielli in una lunga intervista pubblicata da “Il Settimanale della diocesi di Como” sul numero 19 – si inseriscono in un percorso: dopo averci indicato la fondamentale via dell’ascolto – senza la quale non c’è dialogo, perché il primo passo del dialogo lo faccio ascoltando – Francesco entra nella dinamica della condivisione invitandoci a “comunicare cordialmente”, cioè con il cuore. Significa non essere semplicemente reattivi, ma lasciarsi “ferire” dalla parola e dalla presenza dell’altro, entrando in dialogo con lui coinvolgendoci pienamente, con il nostro cuore, cioè con tutto noi stessi. “Secondo verità nella carità”: si tratta di parole che ci richiamano al fatto che mai la verità può essere proclamata con modalità sprezzanti, escludenti. La verità non è una clava con cui colpire i dissenzienti, non è un possesso che mi mette al sicuro o su un piedistallo giudicante».

«La Verità – prosegue Tornielli -, che per noi cristiani è un Dio fatto Uomo, abbassatosi per noi fino alla morte in croce e poi risorto, come pure tutte le verità, chiedono di essere comunicate “nella carità”, perché ciò corrisponde al metodo di Dio, che ci insegna a servire e non a dominare. C’è da augurarsi che queste parole abbiano un riflesso significativo specialmente nell’ambito dei media che si dicono cattolici, e che invece a volte usano linguaggi di contrapposizione e di scherno, parlando ex cathedra come se fossero i detentori della verità e scrivendo giudizi sprezzanti sul Papa, sui Vescovi, e più in generale sui fratelli nella fede che non la pensano come loro».