Lo scorso 30 giugno è spirato padre Livio Balconi, storico rettore del Collegio Gallio di Como. Di seguito pubblichiamo l’omelia pronunciata da padre Erminio Galbiati in occasione delle esequie celebrate lunedì 2 luglio presso il santuario del Ss. Crocifisso.

Con la pace di Cristo impressa sul volto, confortato dall’affetto dei familiari, dei confratelli e di chi lo ha assistito con premura materna e professionale ogni giorno della sua lunga malattia, padre Livio Balconi è serenamente spirato a 80 anni, di cui 63 di vita religiosa, sabato 30 giugno.

È stato come l’oro provato da una dolorosa malattia durata 14 mesi, 14 come le stazioni della Via Crucis di Gesù e io nella mia infermità l’ho accompagnato nell’ultima stazione fino al Calvario. e mentre padre Livio saliva con Cristo sulla croce, io sono rimasto giù per piangere l’amico, il confratello, il fratello, non di sangue, ma uniti da un vincolo più solido: la vocazione religiosa nata in noi il 7 settembre 1948.

Sono rimasto giù per tenere vivo il suo ricordo e per dargli l’estremo saluto durante la celebrazione eucaristica con tanti confratelli proprio nel santuario parrocchia del Ss. Crocifisso dove il Signore l’aveva inviato come buon pastore a pascere i suoi agnelli e le sue pecorelle, senza trascurare la varia fauna umana.

Penso che tanti presenti si stupiscano nel sentire cantare durante un rito funebre l’alleluja, che è il canto della gioia, della festa, dell’esultanza.

Non è un insulto al dolore che sempre causa la morte di una persona cara, m a è l’espressione della certezza che solo la fede dà, e padre Livio di fede ne aveva tanta: ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta ma trasformata e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno viene preparata una abitazione eterna nel cielo. e padre Livio è entrato a porte spalancate.

Non può essere diversamente: le parole di Gesù che abbiamo letto nel Vangelo ci hanno detto: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Le promesse Gesù le mantiene.

E padre Livio per 53 anni ha consacrato e si è cibato del pane degli angeli e lo ha distribuito ai fedeli insieme alla Parola di Dio.

Se ne vanno sempre i migliori: è un’espressione abusata e talvolta insincera, ma p. Livio l’ha nobilitata se l’espressione completata è: se ne vanno sempre i migliori superiori (e padre Livio lo era).

È stato al vertice per tanti anni dell’allora Provincia Lombardo-Veneta: Rettore dell’Istituto di Treviso; Rettore del Collegio Gallio per 18 anni (un record); superiore-parroco delle due chiese più significative della Congregazione: il santuario del Ss. Crocifisso e la basilica di Somasca; Vicario provinciale o Consigliere provinciale; sempre eletto a tutti i Capitoli Provinciali e Generali.

Il segreto di tale successo  (davanti a lui mai avrei usato un simile termine) lo trovo in una espressione classica ma che ha sempre valore, soprattutto nella vita religiosa: ex humili potens. Padre Livio non era un predestinato come tanti pensano di sé, tanto meno un carrierista, ma la sua personalità umile e sempre disponibile all’ubbidienza ha convinto i superiori maggiori ad affidargli compiti di primaria importanza.

Il segreto poi della sua continuità in posti di grande responsabilità è aver preso alla lettera le parole di Gesù: non sono venuto per essere servito, ma per servire.

Sapeva di avere compiti direttivi e senza demandare ha sempre cercato di risolverli, ma il suo primo intento era creare una vera comunità fraterna, in cui tutti i religiosi, anziani e giovani, fossero felici di vivere insieme.

Io in simile comunità ho vissuto i migliori anni della mia vita religiosa.

Il suo essere a disposizione della comunità comprendeva anche servizi umili, come cucinare, lavorare l’orto, confezionare con le proprie mani regali o oggetti ricordo e altre finezze di padre.

È stato un religioso della tradizione somasca? Sì: la devozione al Crocifisso come aveva detto san Girolamo: amate il Crocifisso; la devozione alla Vergine, per noi Mater Orphanorum; devoto al Santo fondatore e studioso curioso della sua vita e della devozione coltivata da tanti fedeli nei suoi riguardi.

Infine: parlando a nome dei Confratelli, caro p. Livio,ti faccio una promessa: non ti dimenticherò mai, insieme ad una raccomandazione: in Paradiso stai beato nel tuo seggio e lascia che a servire siano gli angeli, perché questa è la loro funzione celeste.

E tu non dimenticare la promessa di san Girolamo: “Io vi giovarò più di là che di qua” (da “Constitutioni che si servano nella Congregatione di Somasca”, 1550-1555). Noi ci contiamo.