«Il cambio del Vescovo è sempre un momento importante nella vita della diocesi e noi vogliamo vivere questo passaggio con fiducia e riconoscenza vera… nella convinzione che ogni passaggio, se fatto bene (fatica compresa), porta frutto e da vita». Così don Rossano Quercini e l’Equipe di Pastorale Giovanile riflettono su quello che sta accadendo nella Chiesa di Como: il saluto, dopo dieci anni di episcopato, a monsignor Diego Coletti e l’attesa, domenica 27 novembre, per l’ingresso di monsignor Oscar Cantoni, il quale, proprio la mattina di domenica, prima del “rito di presa di possesso della sua nuova diocesi” ha chiesto di incontrare, in Seminario, una folta delegazione di giovani, «per iniziare insieme questa nuova avventura». «Salutare e accogliere – proseguono dall’Ufficio di Pastorale giovanile – è questione che interessa la vita ogni giorno… e che a volte rischiamo di fare superficialmente… e in modo distratto… dandola per scontato… eccoci, allora, al lavoro, per preparare l’accoglienza del nuovo Vescovo Oscar… Noi ci stiamo preparando con il cuore e la mente, le nostre energie e i nostri sogni… e tanta pazienza e fiducia nei tempi di Dio e nella Chiesa… Ci stiamo esercitando a “lavorare sempre di più insieme”, a cercarci e costruire ponti come papa Francesco a Cracovia alla Giornata Mondiale della Gioventù ha invitato a fare a tutti i giovani e a tutta la Chiesa… siamo pronti a continuare a camminare insieme, con Lei, Vescovo Oscar, ad incontrarla, per condividere idee e sogni per i giovani e per la nostra Chiesa…». Proprio in occasione della Gmg in Polonia in diverse occasioni è capitato che i giovani della diocesi di Como incrociassero il Vescovo Oscar: è successo con i giovani del vicariato di Como Centro e con quelli della Tremezzina, il Vicariato, tra l’altro, di cui monsignor Cantoni è nativo.

I giovani, poi si ispirano al contenuto di un libretto agile e molto interessante, che parla della Chiesa. Qui troviamo scritto, nella prefazione del cardinale Walter Kasper, che:«La Chiesa della tenerezza è la Chiesa che amo. Non la Chiesa della nostalgia, la Chiesa del passato… e neppure la Chiesa di un sogno utopistico, che non è di questo mondo… ma una Chiesa dei pescatori, che siamo anche noi, la Chiesa sporca e ferita, ospedale da campo… La Chiesa di Gesù che camminava con gli uomini, entrava nelle loro case, incontrava tutti con uno sguardo d’amore, di tenerezza, di misericordia, che guariva e liberava, che amava soprattutto i poveri, i malati, i deboli, i rattristati, i piccoli; una chiesa umile, piena di fiducia, che perdona, che è libera e che libera».

«Carissimo Vescovo Oscar – dicono ancora dall’Equipe di Pastorale giovanile – la aspettiamo presto, certi che la giovinezza nostra e dello Spirito del Risorto, che soffia nella Chiesa e nel mondo, ci accompagnerà nell’oggi e nel futuro!». «Caro Vescovo Oscar – aggiunge suor Mari – questo tempo di attesa fa nascere in noi molte domande… Ognuno la immagina in base a ciò che ha sentito dire di lei. Credo che in questo momento sia importante rendere il cuore disponibile, affinché il conoscersi sia “una bella avventura”, come lei stesso ha detto. Sono certa che camminerà con noi come un fratello maggiore che indica la strada, che incoraggia nei tratti più difficili, valorizzando la diversità delle vocazioni di ciascuno, perché ognuno faccia il suo pezzetto nella costruzione del Regno. La aspettiamo con gioia, per iniziare a camminare insieme!».