C’eravamo già con la pagina Facebook e con la funzione “Sfoglia il giornale” per gli abbonati digitali. Ma da domenica 27 novembre Il Settimanale della Diocesi si rinnova con questo nuovo portale on-line. Un prodotto diverso dal cartaceo: perché diverso è il taglio dei contenuti (più cronaca e informazione che approfondimenti), e diversa è soprattutto la velocità della notizia data in tempo reale).

accessoAl tempo stesso, un prodotto che condivide la medesima “mission” dell’edizione cartacea: informare e formare; dare voce e visibilità alla parte sana e risanata del mondo;  fungere da foglio di collegamento per una Diocesi vasta come la nostra; favorire la formazione della coscienza e un giudizio critico sulla realtà…

La concomitanza con l’ingresso in Diocesi del nuovo vescovo Oscar si presenta come una felice coincidenza. Il Settimanale, cartaceo e on-line, è un po’ la sua voce. Voce da sempre chiamata a percorrere le strade più trafficate dell’uomo. Fin dall’inizio il Cristianesimo si è piazzato lì, sulle rotte dell’umano. Non solo nelle periferie metropolitane, non solo in cima ai monti della solitudine, ma lungo le grandi vie di comunicazione. Che oggi sono la rete, il digitale, i social network.

Strade a volte infide, come sempre del resto. Strade spesso pericolose per il lievito del vangelo, sempre a rischio di essere “normalizzato” e falsato dal contenitore nel quale lo si versa. Ma strade comunque da tentare, con “un atto di fiducia e di coraggio” (come titolava il primo numero del Settimanale quarant’anni fa).

Non si tratta di emulare le mode. La speranza è che, attraverso il portale web, il Settimanale possa affacciarsi su quei mondi tradizionalmente difficili da raggiungere con gli strumenti comunicativi tradizionali: i giovani, la società civile, gli “internauti” del nostro tempo alla ricerca di risposte e di senso. Non ci devono scoraggiare i “webeti” (cioè gli “ebeti” del web: colorita definizione coniata da Enrico Mentana per identificare coloro che abusano della rete per una comunicazione distorta), che pur ci sono. La rete è sempre meno un “mezzo” di comunicazione e sempre più un luogo da abitare.

don Angelo Rivadirettore de Il Settimanale della diocesi di Como

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