L’Aula della Camera ha approvato in via definitiva, con 418 voti a favore e nessun contrario, la proposta di legge per l’istituzione della «Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie». Il provvedimento, già approvato dal Senato, diventa così legge al termine di un lungo e non sempre facile iter.

Da oltre 20 anni, il 21 marzo la giornata in cui Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, ricorda le vittime innocenti di tutte le mafie.

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La presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Rosy Bindi ha così salutato il voto del Parlamento: “E’ un lungo elenco, di donne e uomini, anziani, giovani e bambini che da oltre vent’anni, grazie a Libera, nel primo giorno di primavera risuona in tante piazze del Paese e che finalmente da oggi diventa la data in cui tutta l’Italia si riconosce nell’impegno comune contro l’illegalità e la criminalità organizzata. Ringrazio le centinaia di familiari che con grande dignità ci hanno insegnato a cercare con tenacia la verità, a non rimuovere la realtà, a non cadere nell’indifferenza”.

Sin dall’inizio – ha invece dichiarato Don Luigi Ciotti – Libera ha creduto nell’importanza di una memoria condivisa, viva, che ricordasse tutte le vittime nella loro pari dignità, a prescindere dai ruoli svolti e dalla notorietà avuta in vita. Così come ha creduto che quella dignità andasse estesa non solo alle vittime delle mafie, ma a chiunque avesse perso la vita per forme di violenza, di terrorismo, di criminalità.

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Quest’importante obiettivo impone però adesso uno scatto nell’attuare quelle direttive che, anche a livello europeo, garantiscono norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime e dei loro famigliari.

Così come comporta un investimento sul piano educativo e culturale affinché si moltiplichino quelle iniziative e quei percorsi che fanno del 21 marzo non una semplice ricorrenza, ma la tappa di un quotidiano  impegno per la giustizia, per la verità, per il bene comune. Quelle persone non sono morte per essere ricordate con lapidi, targhe e discorsi di occasione. Ma per un sogno di democrazia che sta a tutti noi realizzare».

Stefano Tosetti