Sabato 15 aprile cadranno i 15 anni esatti dalla nascita della RSD Anffas Service di Grandola ed Uniti, evento salutato da una grande festa celebrata in struttura lo scorso 9 aprile.

Era infatti il 15 aprile 2002 quando il CRH (Centro Residenziale per Handicappati) di Grandola (poi ribattezzato RDS Anffas Residence, a ricordare l’appartenenza alla maggiore associazione italiana di familiari di persone con disabilità) muoveva i primi passi come struttura residenziale, dopo sei mesi di avvio sperimentale in forma diurna. Proprio nell’aprile del 2002 infatti la RSD (risultato di una straordinaria sinergia tra gli allora 41 Comuni che facevano parte delle ex Comunità Montane Alpi Lepontine e Lario Intelvese) apriva i battenti per ospitare i primi 5 disabili, in prevalenza provenienti proprio da Grandola. Il Settimanale ha ripercorso in breve la sua storia prendendo spunto dall’editoriale per l’ “Informasoci”, scritto in occasione della Pasqua dal direttore generale Massimo Bottazzi e dal presidente Antonio Zucchi.

Nel corso di questi tre lustri la RSD ha ospitato 94 disabili e ha visto l’alternarsi di oltre 150 lavoratori, tra cui gli attuali 55, tra dipendenti (a tempo pieno e part-time) e libero professionisti.

Nel tempo la struttura è cresciuta, arricchendosi in special modo di nuove esperienze ed iniziative, interne ed esterne, sempre fedeli al principio di voler garantire condizioni di vita qualitativamente adeguate a persone “fragili”. Accanto alla RSD sono sorte negli anni altre realtà: nel 2006 la Fondazione “La Rosa Blu” onlus (allo scopo di raccogliere fondi per l’omonima casa di solidarietà) e nel 2010 la Cooperativa di inserimento lavorativo di spersone svantaggiata “La Rosa Blu Grandola”, che ha stipulato contratti con diversi enti privati e pubblici del territorio per varie mansioni (pulizie, manutenzione strade, spazi pubblici e verde, trasporto, etc.). Nel 2011 vi è stata anche l’apertura della comunità alloggio “Casa Amica” di Domaso, per far fronte ad una crescita costante di domande per una risposta residenziale.

Si sono inoltre sviluppati servizi di assistenza domiciliare, percorsi di sperimentazione di una “RSD aperta” (“aprendo” anche a persone con patologie legate all’Alzheimer), promossi progetti personalizzati per “progetti di pubblica utilità” e avviate borse lavoro.

Da segnalare anche le tante attività esterne promosse, come le serre ergoterapiche, le vacanze marine annuali e le centinaia di iniziative nel territorio, condotte sempre in collaborazione con gruppi alpini, associazioni sportive, culturali, religiose e amministrazioni comunali.

E poi l’ultima sfida, in ordine di tempo: “La costante saturazione di posti letto – recita l’editoriale -, sia della RSD, sia della comunità alloggio di Domaso, ci ha spinto ad intraprendere un’impresa come la costruzione della Casa della Solidarietà “La Rosa Blu” che, salvo imprevisti, aprirà definitivamente le sue porte nei prossimi mesi e che, a detta di tutti coloro che l’anno già visitata, è un gioiello socio-sanitario, con pochi eguali in Lombardia. Le tante iniziative sono state possibili anche grazie all’abnegazione ed al costante impegno di lavoratori, volontari ed amministratori di Annfas, che non si sono mai tirati indietro e che ci hanno sempre spronato a proseguire nell’impegno profuso, nel solco di una costante ricerca di percorsi di inclusione sociale per i più fragili”.

Culmine dei festeggiamenti di questi 15 anni sarà la visita alla RSD del vescovo di Como mons. Oscar Cantoni lunedì 17 aprile.