«Cari famigliari, oggi 27 marzo 1987 alle 14 è morto il caro padre Giuseppe. Ha avuto un blocco renale. Anche un tentativo di portarlo con elicottero purtroppo è stato inutile perché padre Giuseppe è morto mentre arrivava l’elicottero. Ha chiesto di essere sepolto a Lira… Ha dato la sua vita per l’Uganda. Il suo sacrificio aiuterà a riportare la pace».
È con questo laconico comunicato, via telex, del Superiore Generale dei Comboniani che in una primavera africana di 30 anni fa veniva comunicata la scomparsa del medico comboniano padre Giuseppe Ambrosoli.
Alla figura di quest’uomo dalle virtù semplici e straordinarie, che seppe dare vita ad un presidio sanitario oggi tra i più importanti dell’Uganda, è dedicato “Chiamatemi Giuseppe. Padre Ambrosoli, medico e missionario”, di Elisabetta Soglio con Giovanna Ambrosoli, edizioni Sanpaolo. Un libro ricco di storie appassionanti e di testimonianze di chi lo ha incontrato e da allora non lo ha più dimenticato. Storie cui ha saputo dare continuità e ricchezza la Fondazione voluta nel 1998 dalla famiglia Ambrosoli e dagli stessi missionari. Fondazione che ha raccolto l’eredità di padre Giuseppe e sostiene con assiduo impegno il Dr. Ambrosoli Memorial Hospital e la St. Mary’s Midwifery School di Kalongo, per assicurare continuità all’attività medica e di formazione a favore della popolazione locale. Di fianco all’ospedale è nata infatti la scuola di ostetricia dove, dalla fondazione ad oggi, più di 1300 ragazze hanno trovato un futuro professionale e una vita migliore.
“Leggere questo libro – scrive nella premessa il direttore di Repubblica Mario Calabresi – è un viaggio che ci parla di ieri, ma anche di oggi e domani, perché il suo ospedale continua a funzionare a pieno ritmo, con i suoi 300 posti letto sempre pieni e perché questa storia mostra di avere una linfa contagiosa al suo interno. Mostra come il coraggio, la cura e la gratuità siano capaci di riempire una vita di significato, di speranza e di amore. E soprattutto di cancellare i rimpianti, il cinismo e l’apatia, vere malattie del nostro tempo”.
“Padre Ambrosoli dunque rivive nella pagine di questo libro e “da laggiù – scrive nella prefazione il card. Gianfranco Ravasi – tiene ancor oggi aperto un ponte ideale con l’Italia, e questo volume costituisce un atto di “ricordo” nel senso etimologico autentico, cioè un “riportare al cuore” per far rivivere non solo la memoria di una figura così significativa ma soprattutto per far continuare il palpito del suo cuore, fondato sull’amore evangelico. Risuona, così, ancora una volta il suo appello che potrebbe essere assunto a emblema della sua vita: “‘Comunque dobbiamo andare avanti. C’è ancora così tanto da fare!’”
Il libro sarà presentato mercoledì, alle ore 18, presso il Teatro Sociale di Como. Interverranno Giovanna e Roberto Ambrosoli, mons. Giuliano Zanotta, padre Egidio Tocalli e, Filippo Ciantia. Modererà il dibattito Bruno Profazio.
L’ingresso è libero, si prega di confermare la partecipazione al numero 02/36558852.
Il libro può essere acquistato contattando la Fondazione Ambrosoli o presso tutte le librerie San Paolo e le librerie Paoline.
Il ricavato delle vendite del volume contribuirà a sostenere l’Ospedale e la Scuola di ostetricia e proseguire l’opera di padre Giuseppe in Uganda.