Un bilancio a 360° sull’attività di un anno. Il Prefetto di Como Bruno Corda nella mattinata di martedì 19 dicembre ha illustrato davanti ad un nutrito pubblico di autorità e amministratori l’impegno svolto dalla Prefettura nel corso del 2017. Maggiore sicurezza negli uffici postali e nelle tabaccherie, implementazione della rete di videosorveglianza del territorio, argine alla violenza di genere, azioni contro l’infiltrazione mafiosa, sono soltanto alcune delle iniziative promosse dalle forze dell’ordine, in stretta sinergia con altre realtà locali e provinciali.
Tra le voci più “calde” il tema dei migranti con 1914 presenze attualmente registrate sul territorio della provincia, distribuite in 134 strutture. 5808 quanti sono transitati dal Centro governativo di via Regina Teodolinda, con punte massime di 270 persone ed una media di circa 200.
Proprio sul tema dei migranti un grazie particolare è stato rivolto dal Prefetto al vescovo di Como Oscar Cantoni ed alla Caritas Diocesana per l’impegno profuso sul fronte dell’accoglienza e per la stretta sinergia creata con le diverse forze in campo.
Un appello infine alla popolazione, per la costruzione, insieme, di una sicurezza partecipata “Quello che mi sento di chiedere – ha detto tra l’altro il prefetto – è cittadinanza attiva, la collaborazione diretta di ogni cittadino con le istituzioni, con le forze di polizia. Mantenendo alta la guardia e saldi i valori di onestà, fermezza morale e quella curiosità che contraddistinguono il nostro territorio”.
A portare la sua benedizione – prima della consegna di alcune onorificenze “Al merito della Repubblica Italiana” concesse dal Presidente della Repubblica ad alcuni cittadini, dopo i saluti del sindaco di Como Mario Landriscina e del presidente della Provincia Maria Rita Livio – anche il vescovo di Como Oscar Cantoni.
«Voglio offrire il mio stupore – le parole del Vescovo – perché in questi giorni, soprattutto a Como, vi è una sovrabbondanza di luce, diffusa in tutta la città. Una fantasmagoria di colori e luci che suscita stupore e meraviglia, genera un clima di festa e di gioia e appaga, non soltanto gli occhi, ma il cuore. Anzi lo dilata. E davanti a tanto stupore che attira il nostro sguardo vorrei ricordare che la bellezza è sorella della verità, ed è anche compagna fedele della bontà. Bellezza, verità, bontà camminano sempre insieme, non si separano mai. L’una non può fare a meno dell’altra. Il Natale viene a ricordarci che tutti gli uomini aspirano nel profondo del loro cuore a questa realtà così intima fatta di amore e verità. Da quando Cristo si è fatto nostro fratello le persone sono state raggiunte dalla verità e dall’amore, il che permette loro di accogliere ogni uomo, riconosciuto come un fratello, ed ogni donna come propria sorella. Se è così: persone vicine o lontane non sono più esseri anonimi, senza volto, senza patria, senza storia, ma in ciascuna di esse identifichiamo non un concorrente, tantomeno un nemico o qualcuno da cui difendersi perché ci fa paura, ma si tratta sempre e comunque di fratelli. Ed allora tutto cambia, radicalmente. Questo credo sia il segreto con cui tendere al bene comune, e lo sguardo si fa accogliente, la fraternità ci accomuna, ci unisce e ci fa sentire uniti nella sua famiglia, quella dei figli di Dio. La fraternità è la sola via per stabilire la pace, e premessa indispensabile per sconfiggere la povertà. Ecco che i verbi più appropriati che il Natale del Signore ci presenta sono accogliere, condividere e donare. La forza del Natale del Signore sta proprio qui: nell’insegnarci che la risposta più persuasiva a tutti i nostri problemi, personali e sociali, sta nel diffondere attorno a noi la cultura del dono e della solidarietà, proprio in virtù di ciò che ci appartiene per grazia. Siamo fratelli e sorelle perché tutti figli amati e preziosi agli occhi e al cuore di Dio Padre».