Erano oltre 250 i sacerdoti da tutta la diocesi presenti in Cattedrale, a Como, la mattina del Giovedì Santo per la Santa Messa crismale, presieduta dal Vescovo, monsignor Oscar Cantoni, affiancato dal vescovo emerito della Chiesa di Como, monsignor Diego Coletti, e monsignor Franco Festorazzi, arcivescovo emerito della diocesi di Ancona-Osimo. Il Duomo era affollato di persone: moltissimi giovani, ragazzi della Prima Comunione e cresimandi, con le loro famiglie e i catechisti. E ancora: le religiose, tutti i seminaristi (anche dell’anno di Propedeutica), i diaconi permanenti (anche quelli in formazione) e moltissimi fedeli, accorsi per questa celebrazione nel corso della quale i presbiteri hanno rinnovato le loro promesse sacerdotali e che ha visto la consacrazione degli Oli Santi (degli Infermi, dei Catecumeni, il Crisma). Nella liturgia eucaristica un ricordo particolare è stato rivolto alla memoria dei sacerdoti, una decina, mancati nell’ultimo anno. Il Vescovo Oscar, nella riflessione introduttiva, ha espresso vicinanza spirituale «a chi avrebbe voluto essere qui ma non ha potuto farlo: gli anziani, gli ammalati (laici e sacerdoti), chi è impegnato nel lavoro, ma anche le religiose contemplative, in particolare le suore dei due monasteri di clausura presenti in Diocesi (Visitazione di via Briantea e Benedettine di Grandate – ndr), tutti i missionari e le missionarie, con un saluto ai fidei donum in Perù».

«Questo è un giorno speciale, unico, in cui nonostante le distanze, facciamo di tutto pur di partecipare a questa celebrazione, che manifesta e dà senso alla nostra comunione ecclesiale». Questo il pensiero del Vescovo Oscar nella sua omelia. «Siamo qui per una “esigenza del cuore” – ha aggiunto -, perché ci sentiamo attratti dal buon profumo di Cristo, il consacrato del Padre, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra. Lasciamoci avvolgere e impregnare dall’olio di letizia, dall’olio che santifica, dall’ olio che profuma, dall’olio che risana le ferite, dall’olio che sgorga da Cristo, sacerdote profeta e re, e che Egli espande con larghezza su tutta questa assemblea, mediante il suo Spirito Santo». Si diventa così, a propria volta, il «profumo buono di Cristo dentro le singole realtà nelle quali esercitiamo il nostro sacerdozio», un sacerdozio che «accomuna tutti i fedeli, in virtù del loro Battesimo. E, noi sacerdoti, attraverso il sacerdozio ministeriale, dono del sacramento dell’Ordine, prolunghiamo il buon profumo di Cristo dentro tutte le realtà pastorali in cui esercitiamo con ardore apostolico il nostro ministero a vantaggio di tutto il popolo di Dio». Monsignor Cantoni ha quindi sottolineato come il popolo dei credenti sia chiamato a «stare nel mondo, senza fuggire dalle sfide che attualmente lo attraversano, ma cercando di operare con uno stile di presenza diverso. Siamo un popolo che annuncia la santità di Dio mediante azioni e gesti coi quali rendere il mondo più umano; siamo discepoli del Messia Signore che trasformano ogni realtà in occasione di fraternità, di partecipazione, di solidarietà e di accoglienza, mediante il servizio e il generoso dono di noi stessi».

Lo scorso anno il Vescovo Oscar aveva invitato ad annunciare la “gioia” del Vangelo, una “gioia” frutto dello Spirito Santo e non un fugace entusiasmo destinato a spegnersi. Nella messa crismale 2018 il valore messo da monsignor Cantoni al centro dell’attenzione è la “benevolenza“.

«Che è condizione indispensabile per vere e libere relazioni interpersonali, adulte e mature. La benevolenza, figlia della mitezza, suppone uno sguardo limpido, senza precomprensioni, nei confronti di tutti, innanzitutto tra sacerdoti; poi tra sacerdoti, laici e consacrati; e quindi laici tra loro. La benevolenza richiede un cuore accogliente, che sappia riconoscere il tanto bene presente in ciascuno, nella certezza che tutti hanno qualcosa di unico e di nuovo da offrire, nonostante le fragilità e le debolezze. La benevolenza suppone una disposizione interiore a non giudicare, ma ad accogliere i fratelli come una fonte di benedizione e una sorgente di grazia. Come Gesù, mandato dal Padre a portare il lieto annunzio ai miseri (i tanti poveri, non solo quelli sociologici, ma anche quelli che vivono povertà spirituali, che incontriamo quotidianamente), anche noi siamo pure inviati a fasciare le piaghe dei cuori spezzati (in un ministero tipicamente sacerdotale che è quello della consolazione), a proclamare la libertà degli schiavi (penso alle tante dipendenze a cui molti sono soggetti), la scarcerazione dei prigionieri (i molteplici condizionamenti odierni): realtà che invitano ad un’azione di costante promozione reciproca, cioè ad esercitare le opere di misericordia verso tutti, a partire, però, da quanti condividono il peso del nostro lavoro pastorale». Un’accoglienza reciproca, insomma, per essere “testimoni e annunciatori della misericordia di Dio”, come invita a fare il Sinodo diocesano.

Qui potete trovare il testo integrale della riflessione di monsignor Cantoni: omelia_crisma_2018

Sfogliate la gallery con alcuni momenti significativi della Messa crismale. Nel tardo pomeriggio, alle ore 18.30, il Vescovo, in Cattedrale ha presieduto la Santa Messa in “Coena Domini”, rinnovando il gesto di Gesù agli apostoli: monsignor Cantoni ha lavato i piedi a 12 fedeli, fra operatori, volontari e persone seguite dai servizi della Caritas della diocesi di Como.