Giovedì 7 giugno segnerà una nuova importante tappa del cammino de “La Nostra Famiglia” a Como. Alle 9.30 verrà infatti posata la prima pietra del nuovo Centro di Riabilitazione che sorgerà in via Canturina 97, su un’area ricevuta in dono dalla Fondazione De Ponti e grazie al contributo della Fondazione Cariplo e di quanti, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, vorranno sostenere l’iniziativa.
Un progetto ambizioso sul filo della continuità di un viaggio iniziato nei primi anni ‘70, all’interno di alcuni locali in via dei Mille, in città, e che arriva oggi a disegnare una struttura moderna, destinata alla cura ed alla riabilitazione di bambini con disabilità fisiche, psichiche e sensoriale, distribuita su un’area di circa 4 mila metri quadrati, di cui 1400 di superficie coperta.
Circa venti mesi i tempi cantiere previsti per la realizzazione di un complesso dotato di quattro corpi rettangolari, ciascuno dei quali con destinazione d’uso in relazione alle attività mediche e riabilitative svolte, identificabili anche cromaticamente per favorire l’orientamento delle persone che accederanno ai servizi.
La Nostra Famiglia lascerà così il Centro di via Del Doss, dove è presente dal 1994, e presso il quale accedono bambini e giovani con disturbi del neurosviluppo. In via del Doss solo lo scorso anno sono state effettuate circa 26.000 prestazioni a beneficio di 638 minori, dei quali 51 al di sotto dei 3 anni, 161 tra 4 e 6 anni, 192 tra 7 e 10 anni, 175 tra 11 e 14 anni e 59 tra 15 e 18 anni. Attualmente la sede si avvale di un’équipe di 35 operatori, fra dipendenti e consulenti.
Per conoscere il senso di questo nuovo progetto Il Settimanale ha interpellato il direttore operativo del Centro, il dott. Lorenzo Besana.
«Il “viaggio” de “La Nostra Famiglia” a Como inizia nel 1971, in via dei Mille 15. Nel 1975 ci trasferiamo in via Zezio 58, presso una struttura dell’Istituto della Presentazione. Quindi, nel mese di aprile 1994 l’arrivo in via del Doss, in un complesso di proprietà del Comune di Como. Con il trascorrere degli anni la nostra attività è andata evolvendosi, così come il numero di trattamenti, prestazioni, servizi e, ovviamente, di operatori. Si era pertanto resa impellente la disponibilità di un bene di proprietà che ci permettesse rispondere meglio ai bisogni della nostra utenza, con spazi e superfici maggiori».
Tra le eccellenze del Centro anche l’impegno profuso a supporto dei bambini con disturbo dello spettro autistico.
«Si tratta di un servizio in cui offriamo un intervento multidisciplinare su base psicoeducativa, cognitiva, comportamentale – prosegue il dott. Besana – che prevede interventi con un’intensità decrescente dal momento della diagnosi fino all’ingresso nella scuola primaria. Decrescente perché nella fase iniziale il numero dei trattamenti può anche essere di 7-8 la settimana, per ridursi progressivamente nell’arco di un triennio, con la finalità di trasferire ai bambini una serie progressiva di competenze, fino ad arrivare poi alla loro dimissione finale. Il percorso coinvolge un’équipe di psicologi, educatori, logopedisti e neuropsicomotricisti e prevede la presenza “in box” di genitori e di operatori della scuola dell’infanzia, in relazione alle fasi cruciali di sviluppo, per trasferire anche alle figure maggiormente a contatto con il bambino le competenze necessarie che ne facilitino la positiva evoluzione».
«Un aspetto importante a cui teniamo molto – conclude il dott. Besana – è che anche questo nuovo centro diventi una casa, accogliente, ospitale, così come lo sono gli altri luoghi presso cui operiamo. Questo era il desiderio del nostro fondatore, don Luigi Monza, che tutti i centri de “La Nostra Famiglia” fossero un luogo in cui le persone che vi dimorano, per lavoro, per necessità (dagli operatori ai volontari, dai bambini ai genitori, fino ai visitatori) anche solo per una visita o per pochi giorni, si sentissero accolte come dentro un focolare domestico».
Trovate l’intervista completa sul Settimanale.