«Un segno di speranza in più per il futuro dei bambini». A parlare è Francesca Pedretti direttrice generale regionale della Nostra Famiglia. Il “segno” è il nuovo Centro di riabilitazione, realizzato in via Canturina, che apre ufficialmente le porte il 2 marzo. «In un momento difficile come quello che stiamo attraversando – spiega la direttrice – guardare ad un luogo così bello ed accogliente ci fa pensare alla vita. Grazie a questo spazio potremo mettere ancora di più al centro i nostri bambini».

Una sede da 1400 metri quadrati – realizzata su un’area di 4 ettari donata da un benefattore -, distribuita su un unico piano e costituita da quattro corpi rettangolari, ciascuno dei quali con una destinazione d’uso in relazione alle attività mediche e riabilitative previste, che saranno identificabili anche cromaticamente per favorire l’orientamento delle persone che accederanno ai servizi: avorio per l’area reception; arancione per gli 11 studi dell’area clinico-sanitaria; verde per i 13 box di riabilitazione; azzurro per gli 8 locali dedicati ai bambini con disturbi dello spettro autistico.

«Mettere i bambini al centro è nella mission de La Nostra Famiglia – prosegue Francesca Pedretti – e continua ad essere lo stile di una presenza importante nella cura e nella riabilitazione di tanti bambini e il sostegno a tante famiglie, alle scuole e al territorio».

Il Centro di via Canturina accoglierà, in regime ambulatoriale, bambini a ragazzi con disabilità neuromotorie e neuropsichiche, ritardi dello sviluppo psicomotorio, disturbi del linguaggio, disturbi dell’apprendimento, disturbi emozionali e di relazione, disturbi sensoriali e neurosensoriali complessi, in particolare visivi. «Nel vecchio stabile di proprietà del Comune (di via Del Doss, ndr), le cui caratteristiche non erano più adeguate ad ospitare attività di riabilitazione, lo scorso anno abbiamo accolto 570 bambini e ragazzi: 33 sotto i tre anni, 126 dai 3 ai 6, 203 dai 6 ai 10, 130 dagli 11 ai 14 e 78 dai 14 ai 18», spiega il responsabile operativo Lorenzo Besana.

Questi 570 bambini e ragazzi proseguiranno ora i loro trattamenti riabilitativi in uno spazio più adatto ed accogliente, e di proprietà dell’associazione. In fase di ultimazione è anche la campagna di raccolta fondi lanciata da “La Nostra Famiglia per arredare gli spazi: “la campagna di crowdfunding con Intesa Sanpaolo – spiega il responsabile della comunicazione Giovanni Barbesino – ci ha consentito di raccogliere 54.300 euro dei 60.000 che ci eravamo fissati come meta. Ringraziamo fondazioni, associazioni e club di servizio, aziende e cittadini che ci hanno aiutato per la costruzione del Centro e per il suo allestimento e chiediamo loro di fare un ultimo piccolo sforzo per aiutarci a coprire tutti i costi degli arredi». Ciascun donatore potrà scegliere quanto destinare alla causa: si va dai 10 euro per l’acquisto di giochi educativi ai 250 per l’acquisto di ausili e strumenti riabilitativi. Anche le aziende possono partecipare, contribuendo all’acquisto di cassettiere, scrivanie, fino ad adottare un intero spazio riabilitativo. Per accedere alla piattaforma basta accedere a www.forfunding.intesasanpaolo.com e cercare “La Nostra Famiglia”. Per informazioni è possibile contattare il numero 031-525755.

«I centri de “La Nostra Famiglia” – continua  la direttrice regionale, in Lombardia ce ne sono 12 – non nascono da strategie aziendali, ma in risposta ad un bisogno che ogni territorio esprime. Così accadde 50 anni fa. Nel 1971 Como manifestò la necessità di un luogo di riabilitazione e cura per bambini con specifiche patologie, e “La Nostra Famiglia” fu pronta nel rispondere a quella richiesta. In 50 anni sono stati circa 5 mila i bambini seguiti. La nuova sede di Como sarà un centro ambulatoriale con una grossa componente di innovazione e nuovi spazi di progettualità per consolidare e rilanciare legami forti con altre realtà presenti sul territorio. Del resto la cura del bambino ci chiama a mettere ogni giorno scienza e tecnica a servizio della carità, come diceva il fondatore della nostra Associazione, il beato Luigi Monza».

Quali le specificità legate all’innovazione?

«Gli strumenti di riabilitazione utilizzati guardano al futuro, penso alla tele-riabilitazione ed alla telemedicina, ma anche a modelli organizzativi di intervento precoce sui bambini con disabilità, in particolare nell’ambito del neuro sviluppo, e più in particolare verso bambini con autismo e disturbi del linguaggio».

570 bambini e ragazzi in trattamento, quanti saranno gli operatori?

«Una trentina. In dato non è preciso perché oltre ad un certo numero di operatori specificamente dedicati alla sede di Como ci saranno anche specialisti che, pur lavorando prevalentemente nella sede dell’Istituto scientifico di Bosisio Parini, svolgeranno alcune attività, in modalità trasversale, anche sulla sede di Como».

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