Dal 17 giugno don Daniele Maola è a pieno titolo il nuovo parroco di un’unica comunità pastorale: parroco di S. Agata, di S. Orsola, di Garzola. Tre parrocchie, ma un unico cuore pulsante. I quattro sacerdoti assegnati (oltre al parroco, il vicario don Davide, ed i collaboratori don Fausto e don Maurizio) costituiscono a loro volta un unico presbiterio, una “Fraternità presbiterale”, come servirà imparare a riconoscere
Le cerimonie e le feste per la “presa di possesso” del parroco don Daniele hanno avuto il 16 e il 17 giugno una forma, un colore ed un calore in parte già sperimentati in passato, ma in parte vissuti per la prima volta. Che ci fosse la solenne presenza del vescovo, mons. Oscar Cantoni, del vicario foraneo, don Gianluigi Bollini, e di altri sacerdoti delle parrocchie vicine o già attivi nelle tre parrocchie, corrispondeva ad una tradizione, come per tradizione sono arrivati fedeli provenienti dai precedenti luoghi di ministero del nuovo parroco, e cioè da Monte Olimpino, Albate, Bregnano San Giorgio, oltre che da Brenta e Cittiglio. C’era però anche un sapore nuovo, ricco d’attesa e di qualche vago o nostalgico tremore, però gioioso perché carico di speranza: una specie di battesimo. Ciò a cui è stato dato inizio, la “Comunità pastorale”, è qualcosa in cui comunque le persone devono contare più dei luoghi e delle formule, in cui il cammino deve essere segnato da percorsi aperti più che da programmi stesi a tavolino, e in cui bisogna lasciare che la “storia” venga guidata da Dio prima che dagli uomini.
Un ingresso, quello di don Maola, scandito da più momenti, succedutisi nell’arco di due intense e splendide giornate, raccontate sul numero di questa settimana del nostro Settimanale.