“La casa è pronta…ora tocca a noi!”. È con queste parole che la comunità pastorale dei Santi della Carità di Como, comprendente le parrocchie di S. Agata, S. Orsola e Garzola, si è preparata all’apertura di una piccola struttura di accoglienza che, a partire da domenica 1° dicembre, ospita quattro uomini senza dimora in un piccolo appartamento all’interno della casa parrocchiale, nei pressi della chiesa di Sant’Agata.
L’apertura di questo nuovo spazio di accoglienza è coincisa con quella del dormitorio di via Sirtori gestito dal progetto “Vicini di strada” che comprende 37 posti (30 per gli uomini e 7 per le donne).
«Più che il dato numerico, comunque importante – è il commento di Beppe Menafra, referente del servizio Porta Aperta della Fondazione Caritas – credo vada sottolineata la disponibilità di una comunità pastorale di mettersi in gioco, di aprire le porte, per quello che può. In questi giorni abbiamo identificato quattro persone, che conosciamo da tempo, e che sono state selezionate per partecipare all’avvio di questo nuovo progetto. Si tratta di due senza dimora italiani e di due stranieri che, per l’età avanzata e qualche problema fisico, vivono in una situazione di vulnerabilità».
La scelta della Comunità, condivisa e accompagnata dalla Caritas diocesana, rappresenta un ulteriore passo verso quel modello di accoglienza diffusa dei senza dimora che la Chiesa di Como, attraverso le diverse realtà ecclesiali e i vicariati, sta cercando di promuovere.
«Questo passo – racconta al Settimanale il parroco don Daniele Maola – è l’ultimo di un cammino iniziato più di un anno fa con il coinvolgimento dei fedeli di tutte e tre le parrocchie. Ci siamo interrogati a partire da una frase – “Nella Chiesa con Cristo per accogliere e servire” – attorno alla quale abbiamo costruito un percorso di riflessione, formazione e servizio cheha portato alla nascita di una équipe Caritas. Con il passare del tempo e guardando all’urgenza di dare un tetto in città a molte persone per l’inverno, ci è parso naturale offrirci di dare il nostro contributo perché quella parole non restassero pura teoria».
Don Daniele precisa che, per il momento, l’accoglienza sarà limitata al periodo invernale con la chiusura fissata per il 30 aprile 2020, ma non esclude che, un domani, questa possa strutturarsi in modo permanente.
«È ancora presto per dirlo – confida – perché questi mesi saranno importanti per prendere le misure. Ai miei collaboratori ho sempre detto: quella che vogliamo costruire è una casa, non un albergo e le case non chiudono. Ma siamo consapevoli che ci vorrà tempo, per cui iniziamo così, piano piano».
Per salutare l’inizio di questa nuova avventura il vescovo di Como, mons. Oscar Cantoni, farà visita alla comunità il prossimo 4 dicembre, in serata.