«Giovanni è il suo nome» (Lc 1, 63b). La scorsa domenica ci ha accompagnato, tra le altre, l’immagine di quel minuscolo granello di senapa che, seminato nei solchi di una terra buona, diventa il più grande di tutti gli ortaggi.

Nel ricordo della Nascita di Giovanni il Battista, possiamo oggi scorgere in lui la “personificazione” di questa parabola, il trionfo dell’onnipotenza totalmente gratuita di Dio che si manifesta dall’inizio alla fine della vita del Precursore, tutta scandita da quel famoso programma: «Bisogna che Egli cresca, e che io diminuisca» (Gv 3, 30). Mi è caro ripercorrerne i tratti attraverso le parole di un inno che un anziano confratello sacerdote della nostra diocesi ha voluto dedicare in onore al santo. «O ultimo dei profeti e primo dei martiri, il Cristo indicasti presente in mezzo a noi, vedesti in Lui l’Agnello che in croce morirà».

Non è la Parola, Giovanni, ma la voce: egli comunica colui che ama senza temere nulla, neppure il deserto; un po’come dovremmo fare noi, cristiani, appassionati comunicatori non di noi stessi, ma di Gesù, sebbene in contesti di aridità. «Come lampada hai brillato davanti al Signore, in umiltà e gioia hai ‘visto’ il suo Mistero: il Cristo è la salvezza per tutti i popoli».

Non è la Luce, Giovanni, ma la lampada: non ha paura di consumarsi nel buio, certo che la sua stessa presenza sarà un ‘segno’; così dovrebbe essere anche per noi, tanto spesso poveri di speranza. «Tra profeti e patriarchi solo tu sei stato scelto a preparare i cuori a Cristo Signore, a battezzare il Figlio che il Padre ci mandò».

Non è lo Sposo, Giovanni, ma l’amico dello Sposo: il Battista prepara e battezza, poi, con estrema modestia, si ritira dalla scena; abbiamo anche noi da imparare ad esultare non per i nostri successi, ma per quelli di Gesù. Gabriele aveva dichiarato a Zaccaria predicendo la nascita del figlio: «Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita» (Lc 1, 14).

Animati dall’annuncio e dall’intercessione di Giovanni il Battista, anche noi cantiamo e camminiamo!

don MICHELE PAROLINI