«Certo, in questo periodo, ci sono le mele da raccogliere e anche l’uva, il tempo è sempre tiranno, le scadenze si rincorrono, ma nulla, proprio nulla, è più importante che ritrovarsi insieme in questo nostro santuario, capitale spirituale della Valtellina, luogo di grazia e di consolazione, sorgente di rivitalizzazione interiore».
Sono queste le parole pronunciate dal vescovo di Como, mons. Oscar Cantoni, sabato 29 settembre a Tirano, durante le celebrazioni per il 514° anniversario di apparizione della Madonna.
Migliaia i presenti che, come ha ricordato il vescovo, sono “accorsi ai piedi della Madre e a Lei si affidano in piena fiducia”.
«La preghiera del popolo di Dio – ha proseguito il vescovo nell’omelia – è vissuta in questo luogo in forma più intensa e fervorosa, ed è maggiormente gradita, più della preghiera individuale. Quando preghiamo insieme è infatti tutto il corpo di Cristo che, con un solo cuore, innalza le lodi al Padre, nella forza dello Spirito Santo, attraverso la voce di Cristo, e per il tramite di Maria, sua e nostra madre.
La preghiera cristiana ha una caratteristica precisa e molto particolare: si tratta di una preghiera filiale, di persone cioè che sanno che con il Battesimo e con la grazia dello Spirito Santo è incominciata una vita nuova, hanno stabilito una relazione profonda, un amore filiale, pieno di fiducia e di confidenza verso Dio Padre e insieme una vita fraterna da coltivare e da custodire gelosamente, mediante relazioni vere e mature.
Non possiamo invocare “Dio Padre” se non ci sentiamo figli fin dal profondo del cuore, né possiamo dire “Padre nostro” se non coltiviamo una relazione leale e disinteressata con i fratelli e le sorelle che ci sono accanto.
“E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, che grida: Abbà, Padre!” (Galati, 1^ lettura). La presenza dello Spirito Santo in noi ci dona piena consapevolezza di essere figli. Da qui la nostra gioia e consolazione, da qui la nostra forza interiore, che ci invita all’impegno, così da renderci attivi di energie spirituali.
Ecco cosa possiamo chiedere al Signore in questa Eucaristia, per mezzo dell’intercessione di Maria.
Che sappiamo ravvivare la nostra fede. Essa non è una etichetta esteriore, applicabile a intervalli, nel corso di una giornata, ma una relazione intensa con il Signore Gesù che ci permette di vivere come Lui ha vissuto, diventando anche noi una manifestazione visibile della misericordia del Padre.
Che ci doni l’entusiasmo per il bene, la gioia di sentirci attivi nel dono di noi stessi, capaci di trasmettere la fede ai nostri figli. E’ la famiglia infatti la prima agenzia educativa in grado di trasmettere la fede ai propri figli. E’ in famiglia che si impara a pregare. E’ in famiglia che si impara a prendersi cura degli altri e si diventa attenti e solleciti verso le altrui necessità, si impara l’accettazione amorevole dell’altro.
E’ in famiglia che si impara a perdonare e a crescere nel rispetto degli altri, molto diversi da come noi. Maria, regina della famiglia, e Madre dell’unità, benedica il nostro impegno e sostenga la nostra testimonianza cristiana».