“Forse sembrerà difficile da credere, ma oggi ci sono più martiri che nei primi secoli. Sono perseguitati perché dicono la verità e annunciano Gesù Cristo a questa società…in particolare dove la libertà religiosa non viene garantita, ma anche in paesi che in teoria e sulla carta tutelano la libertà e i diritti umani”.
Sono parole di Papa Francesco che commentano l’intenzione di preghiera di questo mese di marzo, dedicata ai cristiani perseguitati, affidata alla Rete mondiale di preghiera. In questo contesto, il 24 marzo, giorno dell’assassinio di San Oscar Romero, si celebra in Italia la 27° Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri.
Nella foto di apertura una croce trafitta da quaranta chiodi, uno per ciascuno dei quaranta operatori pastorali uccisi l’anno scorso nel mondo. E’ la croce portata ieri sera per le strade di Cermenate (Co) durante la via Crucis organizzata dai vicariati di Fino Mornasco, Lomazzo e Cermenate e presieduta dal vicario generale don Renato Lanzetti.
Dopo otto anni consecutivi in cui il numero più elevato di missionari uccisi era stato registrato in America,nel 2018 è l’Africa ad essere al primo posto di questa tragica classifica. Secondo i dati raccolti dall’Agenzia Fides, nel 2018 sono stati uccisi 35 sacerdoti, 1 seminarista, 4 laici.
In Africa sono stati uccisi 19 sacerdoti, 1 seminarista e 1 laica (totale 21); in America sono stati uccisi 12 sacerdoti e 3 laici (15); in Asia sono stati uccisi 3 sacerdoti (3); in Europa è stato ucciso 1 sacerdote (1).
Giornata dei missionari martiri: tutte le veglie in Diocesi di Como
Secondo i dati in possesso dell’Agenzia Fides, nel decennio 1980-1989 hanno perso la vita in modo violento 115 missionari.
Il quadro riassuntivo degli anni 1990-2000 presenta un totale di 604 missionari uccisi, in cui spicca il genocidio del Rwanda (1994) che ha provocato almeno 248 vittime tra il personale ecclesiastico.
Negli anni 2001-2017 il totale degli operatori pastorali uccisi è di 416.