La notte di martedì 6 giugno 2000 moriva a Chiavenna suor Maria Laura Mainetti, vittima di un mortale rituale satanico. A diciannove anni di distanza, questa sera, giovedì 6 giugno, alle ore 21.00, la religiosa, di cui è in corso l’iter per la causa di beatificazione, sarà ricordata nella Santa Messa che sarà celebrata nella collegiata di San Lorenzo. Un appuntamento che, dalla morte di suor Maria Laura, si è rinnovato annualmente, ma che quest’anno avrà un significato particolare, vista la presenza dei suoi resti mortali, traslati nella collegiata alla fine dello scorso mese di febbraio.
«La memoria di suor Laura, umile e dolce figlia della Croce, non è venuta meno in questi anni. Il suo ricordo è sempre vivo, non solo nella sua Congregazione, né esclusivamente in questa comunità, ma si estende verso l’intera Chiesa». Così si espresse il Vescovo monsignor Oscar Cantoni nell’omelia durante la Messa in occasione della traslazione della salma di suor Mainetti, lo scorso 11 marzo. «Perché suor Laura fosse accanto a noi – fu ancora il pensiero del Vescovo –, abbiamo chiesto che riposasse nella sua parrocchia, dove ha seguito Gesù in nobile semplicità, amando e servendo i fratelli più deboli, fino alla fine». Sempre monsignor Cantoni ricordò, nella Messa dell’11 marzo, che «la fama di santità che si sviluppa e cresce nei confronti di suor Laura è la prova più convincente che essa debba essere additata dalla Chiesa in un prossimo futuro, speriamo non lontano, come modello per tutti». La sua morte così drammatica «non è stata che il coronamento di una vita donata a servizio dei fratelli». Suor Mainetti ha fatto suo il Vangelo: in particolare «nell’attenzione educativa verso la gioventù – ha detto ancora il Vescovo –: si è dedicata alla formazione umana e cristiana dei ragazzi e dei giovani». Un esempio da seguire, affinché le «nostre comunità cristiane sappiano insegnare alle nuove generazioni l’arte di vivere». Suor Laura «ci accompagna e ci richiama al compito irrinunciabile (per essere e non solo per dirci cristiani) di onorare e servire la carne di Cristo, che sono i poveri, gli infelici, coloro che la società scarta». In un appunto datato 20 marzo 2000, proprio suor Maria Laura scriveva nel suo diario: «Contemplare Gesù negli altri: piccoli, poveri giovani, anziani, disagiati, comunità: unico scopo della mia vita».