Siamo nei giorni in cui le città si svuotano… ma restano tanti cittadini spesso invisibili. Condividiamo una riflessione del direttore di Caritas Como, Roberto Bernasconi, sulla carità che resta “aperta per ferie”…

Il mese di agosto, notoriamente, è il mese in cui tutte le attività si fermano dando possibilità, alle persone, di vivere il tempo libero. È un tempo “liberato” dal lavoro, dalla quotidianità… e questo, talvolta, ci fa un po’ paura, perché abituati come siamo ad avere la giornata organizzata, ci sentiamo spaesati. Non tutti sono in grado di gestire il tempo in modo autonomo… tuttalpiù si finisce con il riempire i tavoli delle innumerevoli sagre esistenti sul territorio e che hanno il pregio di smorzare, davanti a un piatto di salamelle, tutte le problematiche e le fatiche che la società di oggi ci presenta come conto da pagare per sostenere un tenore di vita  che sia in linea con la famiglia “tipo” propinataci da tante pubblicità.

La mia riflessione non è dettata da pessimismo o da mancanza di speranza verso il genere umano ma semplicemente da un sano realismo che mi permette di guardare con occhi disincantati il vissuto quotidiano della nostra città. Questo vissuto è molto variegato, in una città che apparentemente ha chiuso per ferie, vorrei ricordare chi in ferie non lo è o per necessità o per scelta e passa inosservato alla vista dei più che si stanno godendo il riposo.

Sto pensando in questo momento alle categorie di persone che affrontano in questo mese di agosto la difficoltà del vivere, la solitudine e allora penso a tutte quelle persone anziane ospiti in case di riposo e che in questo mese sono ancora più sole, a tutti quegli ammalati che sono posteggiati in pronto soccorso per giorni perché anche gli ospedali faticano a riempire i turni di medici e infermieri, a tutte quelle persone anziane che non possono uscire di casa neanche per fare la spesa, a chi vive la dimensione del carcere, a chi è portatore di disabilità e si trova ancora più solo perché in agosto anche i luoghi dove di solito aveva possibilità di trovare un po’ di sollievo funzionano a ranghi ridotti, a tutte quelle famiglie che non possono permettersi momenti di svago, a tutte quelle persone che vivono la strada e che si trovano ancora più a disagio a vivere la loro condizione all’interno di una città che comunque ha chiuso per ferie.

Fortunatamente nella nostra città c’è anche chi fa una scelta diversa e usa questo tempo liberato dal lavoro per mettersi a disposizione di chi sta vivendo le fatiche del vivere quotidiano e che ha il sacrosanto diritto di potere usufruire di alcuni servizi essenziali per la persona. Sono tante queste persone che in modo anonimo e disinteressato mettono a disposizione tempo, energie, competenze ma soprattutto umanità a chi ha bisogno oltre che di cose materiali di rapporti umani, di amicizia vera. Sono persone queste a cui non interessa farsi pubblicità o sentirsi importanti o attraverso questo servizio portare avanti battaglie politiche, ma semplicemente hanno capito il valore del servizio da donare a favore  di chi per vivere si trova a dovere dipendere dagli altri. Anche in agosto proprio per l’impegno di queste persone  funzionano a tempo pieno mense, centri diurni, dormitori, centri di ascolto, ambulatori, visite ad anziani ed ammalati. Non dobbiamo dimenticarci poi del servizio di ascolto e di accoglienza che le comunità parrocchiali offrono in questo periodo, le nostre chiese sono sempre aperte pronte a rispondere alle necessità più profonde delle persone perché come ci dice Papa Francesco se ritroviamo l’amicizia con Gesù ritroviamo il gusto di vivere l’amore fraterno.