Il messaggio per questo 2019 si intitola “Non si tratta solo di migranti”. Un testo molto articolato quello di papa Francesco, che invita ad affrontare le proprie paure. «Il motto del cristiano è “prima gli ultimi” – osserva il Pontefice -. I migranti ci aiutano a leggere i segni dei tempi, attraverso di loro il Signore ci chiama ad una conversione, a liberarci dall’indifferenza e dalla cultura dello scarto». E ancora: «La carità più alta è quella che si esercita verso chi non è in grado di ricambiare e forse nemmeno di ringraziare». Mentre «Avere compassione significa dare spazio alla tenerezza, che invece la società odierna tante volte ci chiede di reprimere. Aprirsi agli altri non impoverisce, ma arricchisce, perché aiuta ad essere più umani». Poi un’osservazione molto cruda sulla prima causa di migrazione: i tanti conflitti che insanguinano il Pianeta. «Le guerre – scrive il Papa – interessano solo alcune regioni del mondo, ma le armi per farle vengono prodotte e vendute in altre regioni, le quali poi non vogliono farsi carico dei rifugiati prodotti da tali conflitti. Chi ne fa le spese sono sempre i piccoli, i poveri, i più vulnerabili, ai quali si impedisce di sedersi a tavola e si lasciano le “briciole” del banchetto». Vi proponiamo il video di presentazione di papa Francesco per la Giornata Mondiale; mentre cliccando qui potete scaricare il messaggio integrale.
Come abbiamo detto, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato ha una lunga storia. A istituirla fu papa Benedetto XV, il 6 dicembre 1914, ispirato dal magistero del suo predecessore, san Pio X, il quale, nel corso del suo pontificato, dimostrò grande attenzione e attuò concrete iniziative nell’ambito della pastorale delle migrazioni. La Giornata, di fatto, fu istituita con la lettera “Il dolore e le preoccupazioni”, inviata a tutti i Vescovi italiani: si chiedeva di pregare, raccogliere fondi e impegnarsi per l’accompagnamento pastorale degli italiani emigranti all’estero. L’anno successivo, nel 1915, una lettera di tenore simile fu inviata a tutti i Vescovi del continente americano per chiedere preghiere, aiuti materiali e accompagnamento pastorale per gli italiani emigrati in quelle terre. La Giornata, dunque, nacque a partire dal movimento migratorio italiano. Fu nel 1952, con la Costituzione Apostolica Exsul Familia, che si raccomandò la celebrazione di una giornata annuale “pro emigranti”, da tenersi in tutto il mondo, allargata anche ad “altre nazionalità o lingue” oltre agli italiani. Nel 1969 l’Istruzione De pastorali migratorum cura ribadì l’importanza della “Giornata del migrante” a livello mondiale. Poi ancora nel 2004, l’Istruzione Erga migrantes caritas Christi stabilì l’estensione della Giornata anche ai rifugiati, «al fine di sensibilizzare tutti i fedeli ai doveri di fraternità e di carità nei confronti dei migranti, e per raccogliere gli aiuti economici necessari per adempiere gli obblighi pastorali con i migranti stessi». Per quanto riguarda la data, ha subito alcune modifiche: prima in Avvento, poi Quaresima, quindi dopo il Tempo di Natale. Lo scorso anno papa Francesco ha stabilito l’ultima domenica di settembre, venendo incontro ad alcune esigenze pastorali espresse da diverse Conferenze episcopali di vari Paesi del mondo.