«Ricordo don Renzo Scapolo con simpatia e sincero affetto. Era una persona speciale. Un prete vulcanico». La sua «strategia di ascolto e convivenza è ancora attuale. Ha lavorato con tanta buona volontà». È ancora viva la memoria del sacerdote comasco nelle parole dell’arcivescovo di Sarajevo, e presidente della Conferenza episcopale di Bosnia-Erzegovina, il cardinale Vinko Puljić. Lo abbiamo incontrato a Bari. È uno dei sessanta vescovi partecipanti al forum “Mediterraneo, frontiera di pace”.

Quella del cardinale Puljić è una delle voci più ascoltate e richieste nel corso di questo “G20 dei Vescovi”, voluto dalla Conferenza episcopale italiana per individuare strade di pacificazione fra i popoli del bacino mediterraneo.

«È molto importante scambiare le nostre esperienze, fra popoli che abbiamo vissuto la tragedia della guerra – riflette ancora il cardinale bosniaco -. È normale, per noi cattolici, ritrovarci nella preghiera e insistere, presso le istituzioni, affinché vengano approvate leggi che rispettano e proteggono ogni uomo, a partire dalla tutela dei suoi diritti e della sua dignità». È necessario creare un clima di «uguaglianza, tolleranza e dialogo, a partire dalle nostre diversità e individuando valori comuni», per lavorare insieme.

«Creare la pace, perché il mare Mediterraneo sia un mare per la vita», è il desiderio del cardinale Puljić, a cui chiediamo aggiornamenti sull’emergenza Balkan Route. «È una grave realtà. È un grande problema: le frontiere per l’Europa sono bloccate. La Chiesa di Bosnia, in coordinamento con Caritas italiana, sta cercando di aiutare le migliaia di profughi che sono sul territorio con il sogno di raggiungere il Nord-Europa. È in programma anche un grande momento di incontro per capire cosa fare: la Chiesa tende la sua mano con gli aiuti umanitari. Chiediamo alle istituzioni di intervenire nell’ambito che è di loro specifica competenza».