“Non lo posso sopportare questo silenzio innaturale tra me e te”. Diodato, vincitore di Sanremo 2020, dà un nome all’angoscia delle distanze che si creano nelle relazioni: il rumore. Un rumore che non possiamo sopportare, perché siamo animali ed esseri sociali – direbbe Aristotele – e vivere in aggregazione per noi è fondamentale, per qualcuno essenziale. Trovarci ed incontrarci, salutarci e interrogarci, ascoltarci e augurarsi reciprocamente il bene. Camminare a piè sospinto sulle strade, correre in macchina, essere sempre di fretta per arrivare sempre in ritardo”.

Inizia così la riflessione di don Teresio Barbaro, parroco di Cavallasca, uno dei sacerdoti che hanno accettato di raccontare la loro esperienza la tempo del Coronavirus. Ne abbiamo raccolte alcune sul numero in uscita del nostro Settimanale (per accedere alla versione on-line, clicca qui).

“Questo vale anche per noi preti! Non è un tempo da riempire con altro: ma un tempo per vivere l’Altro che spesso viviamo di fretta, fidandoci solamente delle nostre consuetudini”, continua don Teresio che aggiunge: “Noi in Comunità abbiamo persino scelto di leggere un romanzo – non un libro di meditazione – sulla vicenda di Barabba e giungere a Pasqua, mistero della Croce e Risurrezione di Cristo, anche attraverso una strada differente. Ci siamo detti: per differente che sia questo tempo, allora viviamola fino in fondo questa differenza. E così si attraversa il deserto, la solitudine, l’angoscia e la pochezza spirituale arricchendosi dell’essenziale per salire sul monte della bellezza: lettura e preghiera. Perché questo tempo che porta il nefasto nome di coronavirus è anche un tempo dove vivere meglio la cura di sé, della propria interiorità, della propria spiritualità: in fondo la misura delle nostre relazioni è il tempo e più sappiamo disciplinarlo più impareremo a vivere la relazione con noi, con gli altri e con Dio in modo nuovo. Differente. E così responsabilità e autodisciplina ci educheranno a sopportare questo silenzio innaturale”.

Sul Settimanale in uscita trovate anche le testimonianze di don Christian Bricola e don Valerio Livio (Sondrio), don Alberto Clerici (Montano), don Andrea Giorgetta (Comunità pastorale “Francesco Spinelli”).

I sacerdoti che vogliono condividere la loro esperienza possono scriverci a setcomo@tin.it