Carissimi amici,
in Perú siamo al terzo giorno di quarantena. Qui a Carabayllo si sentono solo i galli cantare e il ronzio di qualche televisione. Quest’anno il cammino quaresimale si fa ancora piú intenso, ci spoglia di tutto per farci prendere coscienza della nostra fragilitá e precarietá.   Quante volte lo abbiamo detto: “Siamo nelle mani di Dio”, ma solo ora, forse, ne comprendiamo il vero significato.
Questa mattina ho pensato di condividere una breve riflessione sul Salmo 121. Spero che vi aiuti e vi accompagni in questi giorni di ritiro.

Prima di tutto vi invito a pregare questo testo con calma, lentamente, sorseggiando ogni parola.

 Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?
2 Il mio aiuto viene dal Signore:

egli ha fatto cielo e terra.

 3 Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
4 Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d’Israele.

 5 Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra.

6 Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
7 Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.

8 Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.

Il Salmo inizia con una domanda aperta: Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto?” (v.1)Non si dice a cosa serva questo aiuto, l’interrogativo è aperto, generale. L’uomo per vivere ha bisogno di aiuto, non basta a sé stesso, non si completa da solo.  L’uomo è un completo incompleto.  É l’autore che immediatamente dà la risposta: “Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra” (v. 2).
Tutto il Salmo è una presentazione poetica e dolcissima dell’attenzione di Dio verso l’uomo, della cura intima e personale che l’Altissimo ha per ciascuna delle sue creature.

Al centro del Salmo, al versetto 5, c’è l’immagine bellissima che presenta Dio come il custode, anzi: il tuo custode. Questa centralità non è solo spirituale o teologica, ma anche strutturale. Nel testo ebraico l’affermazione “Il Signore è il tuo custode” si trova nel punto centrale, preceduta e seguita da 58 sillabe. Cosí come fa il salmo, proviamo anche noi a vivere questi giorni faticosi e pieni di paure mettendo al centro il Dio custode fedele che Gesú ci ha rivelato: “Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla sua mano.” (Gv 10,29). Siamo nella sua mano. Non esiste luogo piú sicuro.

Attenzione: il Salmo non dice che il Signore è custode, ma il tuo custode. La sua attenzione non è generica o superficiale. Dio si prende cura di te, proprio di te, in modo unico e personale. Mi torna alla memoria il discorso sul buon pastore nel Vangelo di Giovanni: “Il Padre chiama le pecore una a una,… conosce le sue pecore… e offre la vita per loro.” (Gv 10, 3.14-15). Chissà, forse quando Gesù ha fatto questo discorso aveva in mente proprio il Salmo 121…

Il salmo ci presenta il volto paterno e materno di Dio.
Come un padre premuroso Dio cammina davanti a te e ti sistema il sentiero per non farti inciampare: “Non lascerà vacillare il tuo piede” (v. 3).
Come una madre veglia a fianco del lettino di suo figlio, così Dio veglia nella notte per proteggerti: “non si addormenterà il tuo custode. Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d’Israele” (v. 4).
Di giorno e di notte Dio sta con te, non ti molla nemmeno un secondo. Il suo amore è completo: con la forza di un padre e la tenerezza di una madre. Che meraviglia!

C’è ancora una immagine molto bella che vorrei sottolineare. Il versetto 7 dice: “Il Signore è la tua ombra” (v.7). Questa immagine è il simbolo della protezione e della cura di Dio e richiama l’esperienza dell’Esodo, quando una nuvola tracciava nel cielo il percorso del popolo nel deserto e mitigava l’ardore del sole: “Jahweh marciava alla loro testa di giorno come una colonna di nubi per guidarli sulla via da percorrere” (Es 13,21).
Un altro salmo dice: “Proteggimi all’ombra delle tue ali” (Sal 17,8) e penso sarebbe proprio bello chiedere a Dio di proteggerci sotto l’ombra delle sue ali, che avvolga le nostre case e le nostre famiglie, che rinnovi in noi il coraggio del popolo di Israele che sotto l’ombra delle sue ali camminò per quarant’anni nel deserto.

Forse mi sono dilungato un po’ troppo, ma avevo voglia di condividere queste riflessioni.

Un abbraccio a tutti
Don Roberto

Potete seguire le riflessioni di don Roberto sul suo blog “Sulla Tua Parola” 

https://sullatuaparola.wordpress.com/author/robertoseregni/