Si fa sempre più dura la situazione a Lima a causa del coronavirus e della crisi economica legata al perdurare delle misure di quarantena che, stando a quanto deciso dal governo, dureranno ancora per tutta questa settimana.
Il Perù è attualmente, dopo il Brasile, il secondo Paese dell’America Latina per numero di contagi con quasi cento mila casi registrati, ma a preoccupare è soprattutto il futuro con una crisi economica che rischia di travolgere la capitale, una megalopoli di dieci milioni di abitanti.
«Stiamo assistendo ad un fenomeno impressionante: migliaia di persone disperate che non ce la fanno più a resistere e decidono di lasciare Lima per far ritorno ai propri villaggi sulle Ande o sulla costa nella speranza di poter trovare un aiuto o qualcosa di cui vivere», ci racconta don Ivan Manzoni, missionario fidei donum nella diocesi di Carabayllo.
«La parrocchia di Fatima dove sono parroco – continua don Ivan – sorge proprio lungo la Panamericana, la grande arteria stradale che percorre il continente da nord a sud. Ed è la stessa via che percorrono questi gruppi di uomini e donne per tornare ai loro paesi. I più poveri lo fanno a piedi portando con sé il poco che hanno. Alcuni arrivano in parrocchia e passano la notte qui. All’inizio erano davvero numerosi ora sono meno frequenti, ma continuano. Per quanto possiamo cerchiamo di assisterli: alcuni volontari cucinano per loro e garantiamo pranzo e cena per chi passa. Fortunatamente stiamo ricevendo donazioni da parte della stessa gente della parrocchia che sta mostrando davvero grande generosità».
Non tanto diversa è purtroppo la situazione nella parrocchia di San Pedro dove è parroco un altro fidei donum della Diocesi di Como, don Roberto Seregni.
«Noi siamo lontani dalla Panamericana e quindi non stiamo assistendo al transito di persone», ci racconta. «Ma anche qui le difficoltà non mancano: ci sono famiglie che vivono situazioni tragiche di povertà, senza risparmi, e che si guadagnano quel poco che basta per mangiare raccogliendo plastica o vendendo pollo fritto lungo le strade. La quarantena li ha privati di questa fonte di reddito e ora fanno davvero fatica».