Sabato 4 e domenica 5 luglio la diocesi di Como propone una colletta straordinaria in tutte le parrocchie a favore delle missioni. Di seguito l’appello del vescovo Oscar per i nostri missionari fidei donum in Perù.
Gli amici del Centro Missionario diocesano hanno organizzato per i prossimi 4 e 5 luglio una colletta straordinaria a favore delle parrocchie del Perù in cui sono impegnati i nostri missionari: don Savio Castelli, don Roberto Seregni e don Ivan Manzoni. È una felice e saggia iniziativa da promuovere e incentivare, in cui coinvolgere a livello di singole famiglie e comunità parrocchiali.
Anch’io ho potuto raggiungere telefonicamente, la settimana scorsa, i nostri tre presbiteri, che mi hanno confermato la situazione drammatica che essi devono affrontare, vista l’accresciuta povertà, originata dal coronavirus. Con tutte le loro forze si prodigano a vantaggio dei poveri della parrocchia, distribuendo pacchi viveri e generi di conforto, a sostegno anche di quanti sono contagiati. Sappiamo che il Perù, soprattutto la capitale Lima, è uno degli epicentri della pandemia in America Latina!
Come Chiesa sorella non possiamo limitarci a considerare pietosamente l’attuale condizione che la diocesi e le parrocchie di Carabayllo stanno attraversando. Sarebbe un facile alibi promettere solamente preghiere! Accanto a queste, che non devono assolutamente mancare, è necessario uno sforzo in più per sostenere i nostri missionari e aiutarli ad essere vicini alla loro gente con atti di solidarietà concreta e operosa. In questo modo testimoniamo una Chiesa che si fa vicina, condivide la povertà e le sofferenze della gente, si impegna nella carità con piccoli o grandi gesti di carità, che manifestano veramente la misericordia di Dio per tutti.
So bene che stiamo attraversando un periodo difficile e le richieste di aiuto si moltiplicano. Per questo abbiamo organizzato la possibilità di un sussidio con il bando “Famiglia e lavoro”. Anche da noi crescono casi di povertà e le richieste di sostegno sono già giunte ai diversi responsabili in loco, tuttavia è “l’obolo della vedova” che intenerisce il cuore di Dio, vedendo che i suoi figli si prendono cura gli uni degli altri, a partire da chi è più povero, essendo noi tutti responsabili gli uni degli altri.
Non manchino, perciò, gesti di vera carità, secondo le possibilità e la larghezza di cuore di ciascuno, se vogliamo essere davvero segno e misura della carità di Cristo.
+ Oscar CANTONI, Vescovo