Questa mattina, 14 ottobre, prima della tradizionale udienza del mercoledì, papa Francesco ha incontrato i familiari di don Roberto Malgesini, ucciso a Como, da un senzatetto al quale era solito prestare aiuto e sostegno, la mattina di martedì 15 settembre.

La catechesi di papa Francesco aveva, come tema, le lacrime. A braccio il Santo Padre ha aggiunto questa riflessione, a partire dalle lacrime versate dai genitori, dalla sorella e dai fratelli di don Roberto.

Le lacrime di quei genitori sono le lacrime “loro” e ognuno di loro sa quanto ha sofferto nel vedere questo figlio che ha dato la vita nel servizio dei poveri. Quando noi vogliamo consolare qualcuno, non troviamo le parole. Perché? Perché non possiamo arrivare al suo dolore, perché il “suo” dolore è suo, le “sue” lacrime sono sue. Lo stesso, con noi: le lacrime, il “mio” dolore è mio, le lacrime sono “mie” e con queste lacrime, con questo dolore mi rivolgo al Signore.

Ad accompagnare la famiglia Malgesini c’era il Vescovo monsignor Oscar Cantoni. «Il Papa – racconta il presule – ha benedetto i genitori di don Roberto. Abbiamo vissuto un momento molto commovente. Il Papa ci ha ricordato che queste morti ravvivano la fede del popolo di Dio. Sono persone che sono già in Paradiso e dal Paradiso sostengono il cammino del popolo di Dio, a volte duro, in modo molto speciale e in particolare per coloro che vivono direttamente per l’evangelizzazione. Ecco siamo usciti molto consolati da questo incontro, rafforzati nella fede e nella carità».

Quella di don Roberto, ha ricordato ancora monsignor Cantoni parlando con papa Francesco, è stata «una testimonianza silenziosa. Quello che don Roberto ha fatto in vita, a favore dei poveri, dei senza tetto, dei migranti, dei fragili, è sempre stato fatto in sordina e con tenerezza. Eppure, oggi, tutti parlano di lui: nella nostra diocesi, in Italia e, oserei dire, anche nel mondo». I familiari e i genitori di don Roberto hanno accolto la carezza di papa Francesco «con commozione e gratitudine… attraverso il Papa era tutta la Chiesa che riconosceva il loro figlio e quindi hanno avuto un segno grande della tenerezza della Chiesa nei confronti di coloro che soffrono».