Questa mattina papa Francesco ha voluto ricordare don Roberto Malgesini nell’omelia della Messa che ha presieduto nella basilica vaticana in occasione della 4a Giornata mondiale dei Poveri. Esprimendo un ringraziamento ai «tanti servi fedeli di Dio, che non fanno parlare di sé, ma vivono così, servendo», il Santo Padre ha detto di pensare a don Roberto. «Questo prete – ha aggiunto – non faceva teorie; semplicemente, vedeva Gesù nel povero e il senso della vita nel servire. Asciugava lacrime con mitezza, in nome di Dio che consola».
Commentando il brano di Vangelo (Mt 25,14-30) proposto dalla liturgia di questa 33a Domenica del Tempo ordinario, papa Francesco ha sottolineato che la parabola dei talenti «ha un inizio, un centro e una fine, che illuminano l’inizio, il centro e la fine della nostra vita». Così, al termine della sua riflessione, parlando di don Roberto ha affermato che «l’inizio della sua giornata era la preghiera, per accogliere il dono di Dio; il centro della giornata la carità, per far fruttare l’amore ricevuto; il finale, una limpida testimonianza del Vangelo. Quest’uomo aveva compreso che doveva tendere la sua mano ai tanti poveri che quotidianamente incontrava, perché in ognuno di loro vedeva Gesù. Fratelli e sorelle, chiediamo la grazia di non essere cristiani a parole, ma nei fatti. Per portare frutto, come desidera Gesù. Così sia».
Negli stessi momenti in cui papa Francesco ricordava don Roberto Malgesini, a Como, nella chiesa di San Rocco, il parroco della Comunità pastorale Giovanni Battista Scalabrini, don Gianluigi Bollini, presiedeva la Messa domenicale, con un ricordo particolare per don Roberto Malgesini nel secondo trigesimo della sua tragica morte. Il vescovo, monsignor Oscar Cantoni, ha inviato un messaggio, letto a inizio celebrazione da don Antonio Fraquelli. «Carissimi fedeli – ha scritto il presule -, non è un caso che la Celebrazione eucaristica di oggi, nella Giornata mondiale dei poveri, si tenga proprio in questa chiesa di San Rocco in Como. Essa è infatti il luogo dove viveva e celebrava l’Eucaristia don Roberto Malgesini, che vogliamo ricordare oggi a due mesi dalla sua barbara uccisione. Questa chiesa è lo spazio santo dove don Roberto incontrava quotidianamente il Signore, da cui riceveva la forza per riconoscerlo poi in tutti i poveri, a cui portava aiuto e donava loro ascolto, tenerezza e amicizia».
Quella di don Roberto è una testimonianza da mantenere viva. «Chiediamo la grazia al Signore – ha aggiunto il vescovo Oscar – di imparare, dall’esempio di don Roberto, maestro del dono di sé e infaticabile servo degli ultimi, prete povero per i poveri e con i poveri, a “tendere la mano al povero”, secondo il messaggio che il Papa ha inviato alla Chiesa intera per questa giornata. Sentiamoci tutti responsabili e coinvolti in modo diretto verso ogni persona, amata da Dio, con lo stesso amore con cui Egli ama ciascuno di noi. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la benedizione e la protezione del Signore Gesù».
«Il nostro don Roberto – ha ricordato il parroco don Gianluigi Bollini – era prete della carità, una carità che gli nasceva dalla relazione privilegiata con Dio». In sacristia, sul registro dei celebranti delle Messe, c’è la firma di don Roberto, anche quella dell’ultima liturgia da lui celebrata, il giorno prima di morire. Un uomo umile e silenzioso, anche nella sua firma minuta, quasi impercettibile. «Don Roberto non escludeva nessuno, aiutava tutti e lo ha sempre fatto con la forza del suo sorriso».
Fuori, sul piazzaletto di San Rocco, sul luogo dell’omicidio ci sono fiori freschi e i lumini accesi e qualcuno, proprio la mattina del 15 novembre, ricorda don Roberto riportando le parole dell’Inno alla Carità di San Paolo.