A distanza di tre mesi dal terribile omicidio di Nadia De Munari, la missionaria dell’Operazione Mato Grosso morta a Lima il 24 aprile scorso, le indagini sono arrivate ad un punto di svolta: la scorsa settimana gli inquirenti hanno arrestato quattro persone, sospettate del delitto e, tra queste, un giovane peruviano di 24 anni ha confessato l’omicidio. Stando a quanto riportato dalla stampa locale l’omicida conosceva bene Nadia e il centro ‘Mamma mia’ di Nuove Chimbote, dove è avvenuta l’aggressione, essendo stato lui stesso formato all’interno dei percorsi dell’Operazione Mato Grosso. È la terribile conferma di un sospetto che, fin dalle prime ore dopo i fatti, circolava tra i volontari dell’OMG: l’idea che ad uccidere Nadia fosse stato qualcuno di vicino all’organizzazione. Una persona in grado di entrare di notte nella struttura e di poter agire indisturbato.

Le altre tre persone arrestate, tutte donne, sono state successivamente rilasciate dopo che l’uomo ha confessato di aver agito da solo.
La confessione del giovane è stata riportata dal Diario de Chimbote, giornale della città, e svela il movente futile del delitto: rubare un cellulare. «Mi sono ricordato che a casa “Mamma Mia” lasciano i cellulari all’ingresso delle camere da letto» si legge nel verbale.

Questo ha spinto il giovane ad entrare nella struttura nel cuore della notte dove, una volta scoperto da Nadia, l’ha colpita ripetutamente con un martello che aveva portato con sé. Il giovane resosi conto che la sua vittima respirava ancora, seppure a fatica, non ha esitato a colpirla nuovamente fino a provocarle delle ferite che poi sono risultate letali.