Da ieri pomeriggio Emanuele Cantaluppi, presidente delle Acli di Como, è nell’abbraccio del Padre. Se n’è andato in silenzio, con la leggerezza di una brezza lieve, com’era il suo stile. Pacato nei toni, fermo nello sguardo, determinato nell’azione. Una vita, la sua, rivolta alla ricerca del bene… e all’insegna dell’inclusione.
Se n’è andato a pochi giorni dalla ricorrenza dei 75 anni dalla morte di Achille Grandi, cattolico, politico, fondatore e primo presidente delle Acli, padre costituente, nonché uno dei padri del sindacato moderno, che le Acli di Como ricorderanno con una cerimonia semplice presso il cimitero monumentale di Como martedì 28 settembre 2021 alle ore 11. Emanuele, questa volta, non ci sarà. Ma solo fisicamente. Così scriveva qualche giorno fa proprio richiamando l’eredità di Achille Grandi a cui le Acli oggi più che mai si richiamano nel definire la propria azione:
“Il tema del lavoro oggi è e deve rimanere all’ordine del giorno del dibattito politico. Oggi sembra essersi smarrito il senso di un’economia più umana, proprio perché abbiamo perso il riferimento al lavoro e alla coesione sociale. La piena cittadinanza infatti si esercita anche con il lavoro, fondamentale strumento di inclusione sociale. Rendere attuale il pensiero di Achille Grandi oggi, significa ricordare quale possa essere la strada giusta”.
Lo scorso ottobre, pochi giorni dopo la sua conferma alla guida delle Acli di Como, così Emanuele, ripensando al suo precedente mandato, alzava lo sguardo del movimento verso il futuro:
“In questi quattro anni si è lavorato molto per intensificare le relazioni tra associazioni ecclesiali, Chiesa locale, associazionismo, il volontariato presente sul nostro territorio, cooperazione, Confcooperative, Fondazione Scalabrini, le istituzioni locali, il sindacato… L’idea è quella di lavorare per una città in cui la persona, la famiglia, la comunità siano al centro e nel contempo promuovano un’autentica cultura della corresponsabilità; una comunità che, avendo come obiettivo il bene comune, sia capace di generare alleanze efficaci tra soggetti attivi nell’economia, nella società, nella cultura e le istituzioni preposte ad amministrarla. La sfida a cui ci sentiamo chiamati come Acli è proprio quella di contribuire a miglioramento della qualità culturale, sociale e politica delle nostre comunità. Rileggendo questo obiettivo dal punto di vista associativo, il desiderio di miglioramento deve passare attraverso la presenza territoriale dei circoli, l’organizzazione di attività e di formazione che possano realizzarsi coinvolgendo non solo i soci, come destinatari, ma anche i volontari dei circoli stessi. Nel momento in cui i nostri circoli, che rappresentano la nostra prossimità alle persone, riescono ad essere presenti, allora possiamo davvero seguire il movimento della comunità e metterci a sua disposizione».
Prossimi per farsi prossimo. Questo era lo stile di Emanuele. Questo lo stile delle Acli.
I funerali si svolgeranno in Cattedrale a Como mercoledì 29 settembre alle ore 14.30. Saranno presieduti da mons. Dante Lafranconi.