«Chiediamo con insistenza al Signore che l’Ucraina possa veder fiorire la fraternità e superare ferite, paure e divisioni». Così papa Francesco oggi, 26 gennaio, ha invocato la pace per l’Ucraina, nella giornata che il pontefice stesso ha chiesto venisse dedicata alla preghiera per quella nazione. Durante l’Udienza del mercoledì, ricordando le sofferenze del popolo ucraino legate al secondo conflitto mondiale, il Santo Padre ha ricordato che più di cinque milioni di persone sono state annientate durante la guerra: «è un popolo sofferente che merita la pace». Le preghiere e le invocazioni «che oggi si levano fino al cielo tocchino le menti e i cuori dei responsabili in terra, perché facciano prevalere il dialogo e il bene di tutti sia anteposto agli interessi di parte… Preghiamo per la pace con il Padre Nostro: è la preghiera dei figli – ha affermato il Papa – che si rivolgono allo stesso Padre, è la preghiera che ci fa fratelli, è la preghiera dei fratelli che implorano riconciliazione e concordia».

Nel pomeriggio di mercoledì 26 gennaio anche la comunità ucraina di Como si è riunita in preghiera, nella Santa Messa celebrata nella chiesa di San Donnino. «Eravamo in tanti: stiamo vivendo ore di grande apprensione per i nostri familiari e amici… e la lontananza amplifica la preoccupazione». A raccontarcelo è don Mykola Shcherbak, sacerdote greco-cattolico ucraino (del rito bizantino-ucraino). Trentatré anni, nativo di Leopoli, dal dicembre è a Como per l’assistenza pastorale degli ucraini greco-cattolici e per la collaborazione con la comunità pastorale di Albate-Muggiò. Gli ucraini sono circa il 6% della popolazione straniera residente in provincia di Como: la componente femminile è maggioritaria e sono quasi tutte donne impegnate nel lavoro di cura domestica come badanti. «Negli ultimi anni – ci spiega don Mykola – la comunità si ampliata con diversi nuclei familiari giovani, con bambini».

Don Shcherbak vuole esprimere il suo grazie al Papa e a tutta la Chiesa cattolica per la vicinanza e l’impegno a favore della pace in Ucraina: l’esarcato apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia ha definito quelle di Francesco «parole dolci come una carezza che serviva al nostro popolo». «Non dobbiamo stancarci di pregare – dice ancora don Mykola -. Proprio oggi pomeriggio, al termine della Messa, una signora mi ha confidato che la notte non riesce più a dormire, perché è grande l’ansia per la sua famiglia in Ucraina. C’è grande paura per una guerra di cui non si capisce il motivo e di cui non possiamo nemmeno immaginare le conseguenze». L’impegno nella preghiera continua: nei prossimi giorni la Pastorale dei Migranti si riunirà per pensare un momento comunitario per invocare la pace in Ucraina e nel mondo intero.