“Ho un grande dolore nel cuore per il peggioramento della situazione in Ucraina”. Queste le parole accorate di Francesco al termine della catechesi all’udienza generale di mercoledì 23 febbraio. “Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane – ha detto ancora il Papa – si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. Come me tanta gente nel mondo sta provando angoscia e preoccupazione. Ancora una volta la pace di tutti è minacciata da interessi di parte”. Dal Pontefice un appello “a quanti hanno responsabilità politiche perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è il Dio della pace e non della guerra, il Padre di tutti non solo di qualcuno che ci vuole fratelli e non nemici. Prego tutte le parti coinvolte perché si astengano da ogni azione che provochi ancora più sofferenza alle popolazioni, destabilizzando la convivenza tra le nazioni e screditando il diritto internazionale”.

Da qui l’invito rivolto a tutti, credenti e non credenti: “Gesù ci ha insegnato che alla insensatezza diabolica della violenza, si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. Invito tutti a fare il prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, una giornata di digiuno per la pace. Incoraggio in modo speciale i credenti perché in quel giorno si dedichino intensamente alla preghiera e al digiuno. La Regina della Pace preservi il mondo dalla follia della guerra”.

Parole che sono state subito accolte dagli oltre 60 Vescovi in assise a Firenze, riuniti fino a domenica 27 febbraio, per l’incontro “Mediterraneo-Frontiera di pace”. Le hanno rilanciate il presidente del Consiglio Mario Draghi e il presidente dei Vescovi italiani, cardinale Gualtiero Bassetti.

“Senza preghiera e senza digiuno – ha detto il porporato – questi demoni non si schiacciano e quello della guerra è il peggiore demonio con cui abbiamo a che fare in questo momento. Sia benedetta questa iniziativa del Santo Padre per invocare la pace”. Richiamando l’insegnamento di Giorgio La Pira, monsignor Bassetti ha ricordato che “la preghiera è più potente della bomba atomica perché la bomba atomica è capace di distruggere il mondo mentre la preghiera arriva al cuore di Dio”.

Alla voce del cardinale il compito  di far echeggiare le parole di Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, che così ha giustificato la sua mancata presenza all’incontro: “La situazione attuale richiede la mia presenza nel paese e mi sento in dovere di stare con il mio popolo, in veglia e in preghiera per la pace”. La Pira – ha aggiunta Sua Beatitudine – invita tutti noi a non stancarci mai di pregare, sperare, operare per la pace e per la prosperità di tutte le nazioni. In questo momento così drammatico per il mio popolo, sono sicuro che comprenderanno le mie motivazioni. Desidero esprimere un ringraziamento alla Chiesa italiana, per la costante vicinanza con il popolo ucraino, per il suo forte appello per la pace. Vi chiedo di continuare a pregare”.