La parrocchia di S. Antonio da Padova, di Como-Camerlata, celebra domenica 22 maggio, l’80° anniversario della sua nascita.

Le cronache raccontano che san Luigi Guanella, morto a Como nel 1915, un giorno passando dalle parti ove oggi sorge il santuario dedicato a sant’Antonio, che una volta era solo una boscaglia incolta, abbia esclamato: “Su quel colle si farà molto bene e sarà glorioso”. Se una persona si affacciasse il pomeriggio di sabato e la domenica potrà rendersi conto che le previsioni del santo non si discostano dalla realtà.

La storia della chiesa santuario di sant’Antonio di Camerlata è iniziata esattamente 80 anni fa, il pomeriggio del 10 maggio 1942 quando venne collocata la prima pietra. In piena guerra mondiale, sotto il pontificato dio Pio XII, regnante Vittorio Emanuele III, re d’Italia e di Albania, Benito Mussolini, Moderatore Principe, P. Beda Hess, ministro generale dei frati conventuali, p. Andrea Eccher, provinciale dei frati di Padova, mons. Alessandro Macchi, vescovo di Como, Attilio Terragni, Podestà della città. Le “case minime” della zona sono addobbate a festa e la gente partecipa numerosa. La posa della prima pietra con il grafico del maestoso tempio che sarebbe sorto è l’inizio di una comunità che vuole crescere. La povertà del luogo è grande quanto la speranza e l’accoglienza dei primi frati venuti dalla Basilica di sant’Antonio di Padova. Avevano messo piede per la prima volta il venerdì 31 ottobre 1941. Ed era stato ancora il vescovo Macchi ad accoglierli, con la presenza delle autorità civili e religiose della città. Il vescovo desiderava fortemente che si costruisse un santuario dedicato al Santo di Padova e auspicava che in seguito fosse frequentato dai devoti di tutta la Lombardia. Il primo frate designato parroco dai suoi superiori, padre Otello, conclude quella giornata “storica” con questa nota:

Finita la cerimonia, io pensavo dentro di me che … sarei rimasto solo, senza mezzi (150 lire in tasca), senza abitazione, privo di una cappella pur modesta per raccogliermi… La sorte strana di questo fraticello… finì col toccare il cuore di qualcuno. Difatti la Provvidenza mi venne incontro”.

Una famiglia lo ospitò per quattro mesi, la superiora dell’asilo provvide al vitto e alla biancheria. Prima di Natale lo raggiunse padre Gerardo Agostini che trovò un alloggio provvisorio in un locale delle case minime: si incontravano a tavola e per la preghiera comune, poi ciascuno prendeva la sua strada. Gli inizi dei frati di Como hanno il sapore dei Fioretti di san Francesco. Certo che in tempi di povertà e di disagi imposti dalla guerra avventurarsi in un tale progetto ci vuole del coraggio e fiducia nel Signore. E difatti furono anni di fatica, di conoscenza graduale delle persone, di semplici iniziative pastorali per dare un volto alla nuova parrocchia. Per vedere la forma definitiva e l’apertura della chiesa bisogna attendere il 29 maggio del 1955 e la consacrazione ufficiale verrà fatta da mons. Bonomini, succeduto a mons. Macchi, il 10 novembre del 1956. La chiesa è a una sola navata e misura 53,50 di lunghezza e 23,70 di larghezza e altezza. Nel progetto era incluso un imponente campanile a pianta quadrata alto 53,50, ma è rimasto sulla carta. La facciata si slancia nel cielo con una fuga di lesene che ospitano sette statue dell’Ordine francescano dedicate a sant’Antonio, san Francesco, santa Chiara, san Giuseppe da Copertino, san Bonaventura, santa Elisabetta e san Ludovico IX. All’interno della chiesa ci sono sei cappelle collocate ai lati che tengono sempre viva la devozione. Il 1° novembre 1986 viene presentato alla comunità il “nuovo” presbiterio con l’imponente Cristo Pantokrator (colui che governa l’universo) in tutta la sua estensione pari a 170 metri quadrati di affresco. Il Cristo viene raffigurato come sole glorioso e funge da collegamento per le scene laterali poste in basso dell’affresco e fra loro separate. Il grande affresco è opera del pittore comasco Mario Bogani. Il tempio è glorioso non solo per l’architettura imponente, ma soprattutto per la vitalità che esprime nelle celebrazioni molto partecipate, per l’accoglienza assidua alla confessione e all’ascolto delle persone. Oggi la comunità dei religiosi responsabili della parrocchia santuario è guidata da padre Gianmarco Arrigoni, superiore e parroco, coadiuvato da altri quattro confratelli.

Le celebrazioni dell’ottantesimo anniversario della nascita della parrocchia di sant’Antonio di Padova, a Camerlata, si svolgeranno domenica 22 maggio, con il seguente programma:

ore 10 Santa Messa presieduta da mons. Dante Lafranconi, vescovo emerito di Cremona con i parroci e i vicari parrocchiali che si sono succeduti (in diretta espansione TV;

ore 17 Santa Messa sarà presieduta da don Marco Pessina, parroco di Prestino e vicario foraneo.

Quindi l’orario delle S. Messe di questo giorno saranno alle ore: 8 – 10 – 11.15  e 17.

80 parrocchia S. Antonio da Padova