Venerdì 4 maggio, dalle ore 9.30, presso la “Casa di Gino” di Lora”, si inaugura la Casa “Mons. Aurelio Bacciarini”, con i primi appartamenti di Housing Sociale realizzati nell’ambito di un progetto finanziato da contributi regionali e di Fondazione Cariplo. Progetto che ha goduto del sostegno del Comune di Como, dell’Unione Agricoltori di Como, della Fondazione Minoprio, di Associazioni e Aziende del settore, della Cooperativa “Cascina Guanella” di Valmadrera e degli Amici di “Casa di Gino”.
«“Finirla non si può, finché vi sono poveri a ricoverare, bisogni a provedervi”: così il nostro fondatore san Luigi Guanella esortava i suoi collaboratori a prendersi sempre cura del prossimo in difficoltà – spiega al Settimanale Gianni Magni, coordinatore della struttura -. E così anche noi oggi vogliamo essere attenti ai nuovi bisogni e alle fragilità sociali che ci circondano per offrire prontamente risposte concrete. Per questo, già dal 2014 abbiamo cominciato a mettere le basi per un progetto nato primariamente da un nostro bisogno interno, quello della possibilità di alcuni dei nostri ospiti di intraprendere gradualmente percorsi di autonomia. Abbiamo perciò chiesto i finanziamenti a Regione Lombardia e a Fondazione Cariplo per l’adeguamento strutturale di una parte di un nostro immobile con lo scopo di realizzare piccoli appartamenti indipendenti da destinare all’accoglienza temporanea di persone con disabilità medio-lieve che saranno protagonisti di percorsi personalizzati verso l’autonomia, con particolare attenzione alle tematiche della formazione e lavoro, in accordo con i servizi territoriali. Crediamo infatti che il lavoro sia un reale mezzo di inclusione sociale».
È nata così la Casa “Mons. Aurelio Bacciarini”, moderna e accogliente, arredata in modo adeguato alle necessità delle persone accolte, con due appartamenti per un totale di quattro posti, già destinati a quattro ospiti della struttura.
«Questo progetto – continua Magni – si inserisce in una più ampia prospettiva di intervento della “Casa di Gino” che sta portando la nostra realtà a orientarsi verso la realizzazione di un completo programma di Housing Sociale. Entro dicembre dell’anno prossimo vorremmo realizzare altri quattro appartamenti, la cui destinazione d’uso verrà condivisa con il territorio in base alle richieste emergenti. Pensiamo ad esempio, oltre alle persone con disabilità medio lieve, anche a soggetti fragili come mamme sole in difficoltà o famiglie numerose, che potranno contribuire alle spese prestando la propria opera per servizi generali in Casa quali le pulizie, la gestione della lavanderia-guardaroba, la gestione del verde. In questo modo favoriremmo un mutuo aiuto tra le diverse forme di povertà, in modo che possano reciprocamente costituire un’importante risorsa una per l’altra. Il nostro desiderio è quello di far diventare “Casa di Gino” un laboratorio sperimentale nella società di oggi per un nuovo modello di welfare».
Una bella sfida pronta ad essere affrontata con impegno e intuizione profetica.
Trovate un approfondimento sulla straordinaria realtà della “Casa di Gino” e sul programma dell’inaugurazione della Casa “Mons. Aurelio Bacciarini” del 4 maggio sul numero di questa settimana del Settimanale.