«Osare la speranza – Appello alle donne e agli uomini del nostro Paese». Questo il titolo del messaggio che il Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, riunita nei giorni scorsi in assemblea a Matera, ha approvato e diffuso alla vigilia delle elezioni politiche di domenica 25 settembre. C’è un verbo che riecheggia fin dalla prima riga: impegniamoci. «L’Italia – scrivono i Vescovi – ha bisogno dell’impegno di ciascuno, di responsabilità e di partecipazione. Vicini e solidali con chi soffre ed è in cerca di risposte ai tanti problemi quotidiani, rivolgiamo un appello agli elettori, ai giovani, a chi ha perso fiducia nelle Istituzioni e agli stessi rappresentanti che saranno eletti al Parlamento». Quattro le categorie a cui è rivolto, in modo particolare, il messaggio: agli elettori, ai giovani, ai disillusi, agli eletti.

Foto di archivio – elezioni 2018

Agli elettori: «Il voto è un diritto e un dovere da esercitare con consapevolezza. Siamo chiamati a fare discernimento fra le diverse proposte politiche alla luce del bene comune, liberi da qualsiasi tornaconto personale e attenti solo alla costruzione di una società più giusta, che riparte dagli “ultimi” e, per questo, possibile per tutti, e ospitale. Solo così può entrare il futuro!».

Ai giovani: «Con il vostro voto lanciate a tutta l’Italia un forte messaggio di partecipazione alla costruzione del bene comune, nel rispetto della persona, di tutte le persone in ogni fase della vita. Questo è il vero criterio per orientarsi nelle scelte».

Ai disillusi: «A chi, dopo molti anni, è tentato di pensare che nulla cambierà anche stavolta, ricordiamo che il contributo di tutti è molto prezioso. Comprendiamo la vostra preoccupazione: sarà possibile mettere da parte le divisioni e guardare al bene del Paese? Vi invitiamo, però, a non far prevalere la delusione: impegniamoci!».

Agli eletti: «Chiediamo ai futuri eletti di non dimenticare mai l’alta responsabilità di cui sono investiti. Il loro servizio è per tutti, in particolare per chi è più fragile e per chi non ha modo di far sentire la sua voce. L’agenda dei problemi del nostro Paese è fitta: le povertà in aumento costante e preoccupante, l’inverno demografico, la protezione degli anziani, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, l’accoglienza, la tutela, la promozione e l’integrazione dei migranti, il superamento delle lungaggini burocratiche, le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale… È il tempo di scelte coraggiose e organiche».

Questo l’appello dei Vescovi italiani: appello_CEI

Un invito al voto arriva anche dalla Consulta diocesana delle aggregazioni laicali (CDAL) della diocesi di Como. «Serve un colpo d’ala – scrivono dalla CDAL – e il 25 settembre può davvero essere l’occasione per un risveglio collettivo di quelle forze sane del Paese e della stessa comunità cristiana che vivono con passione e competenza l’impegno civile e sociale ma che rischiano di rimanere soffocate o  abbandonate da una politica che non le riconosce e che, spesso, le strumentalizza. È allora importante proprio per l’insostituibile loro servizio agli altri che queste forze sane reagiscano positivamente alla crisi, escano allo scoperto, prendano la parola, maurino capacità critica e propositiva, ascoltino i giovani e condividano con loro una visione di società fondata sulla dignità di ogni persona, sulla dignità del lavoro, sulla giustizia, sulla pace, sul rispetto della casa comune. Queste stesse forze sono chiamate anche a indicare uno stile diverso al confronto politico, uno stile non aggressivo e teso a valorizzare le competenze, le esperienze, le diversità. L’astensionismo – prosegue la Nota – non è la strada per raggiungere questi obiettivi, è una strada a fondo cieco. Oggi c’è bisogno di una rifondazione etica della politica. Come più volte ha affermato papa Francesco urge una politica autenticamente popolare, e quindi non populista, una politica tesa a declinare l’ascolto delle istanze – esplicite e non esplicite – delle persone più fragili e capace di mediazione fra pensieri e interessi diversi. Una politica che non vive di piccolo cabotaggio ma propone la visione di una società giusta e solidale, libera da egoismi, nazionalismi, sovranismi». Il testo integrale del messaggio della Cdal può essere letto e scaricato cliccando qui: appello_CDAL.