La crisi energetica sta interrogando e preoccupando anche la Chiesa di Como, consapevole dell’incidenza dei costi nella gestione ordinaria delle sue 338 parrocchie (con oltre mille edifici di culto) e degli enti ad essa direttamente collegati oltre che nell’economia dei singoli e delle famiglie che ad essa fanno riferimento.
La Diocesi di Como si estende su un territorio molto vasto (oltre 4.200 kmq), con zone climatiche diverse, e il rialzo notevole del greggio è una sfida importante per i prossimi mesi. Fino ad oggi, purtroppo, sono stati rari i casi in cui si è intervenuto sugli edifici di culto con uno sguardo attendo e lungimirante, con riguardo per esempio alla eco sostenibilità e all’autonomia energetica, anche per i vincoli imposti dalla Sovrintendenza.
Il rialzo del greggio preoccupa perché giunge proprio nel momento di quella lenta ripartenza seguita alla fase pandemica, nella quale già si era fatto fatica a coprire i costi fissi con le entrate ordinarie.
Le parrocchie sono state allertate circa l’impatto che l’aumento dei costi energetici avrà sulla loro economia, perché adottino da subito uno sguardo strategico, a partire dai piccoli accorgimenti (es. come evitare sprechi), fino alla ricerca di modalità nuove nell’organizzazione della pastorale, con la scelta per esempio di alcuni luoghi (che siano il più possibile accoglienti) rispetto ad altri.
Come è avvenuto nel tempo della pandemia, così la sfida energetica può essere un’opportunità per avviare processi virtuosi.
La Chiesa di Como condivide con le diocesi italiane il problema del sovradimensionamento delle strutture (chiese e oratori) rispetto al loro uso: in tale contesto l’aumento dei costi energetici può essere di stimolo per avviare una riflessione a lungo raggio sulla gestione degli immobili di proprietà: meno spazi occupati e più relazioni, più processi.
Contestualmente, in collaborazione con le Diocesi della Regione ecclesiastica lombarda, si sta approfondendo e sviluppando l’esperienza del “gruppi di acquisto”, in grado di entrare nel mercato dell’energia con un maggiore potere contrattuale.
Nell’immediato, la progettualità su nuovi edifici o su ristrutturazioni importanti vengono portate avanti guardando al futuro, creando condizione di autonomia energetica e nel rispetto delle istanze ecologiche che con sempre maggiore frequenza ci vengono presentate, non da ultimo nei documenti del Magistero papale.
In questa direzione vanno i progetti pilota di piccole comunità energetiche, dentro un confronto costante con il Ministero dei Beni Culturali e le istanze di salvaguardia dei beni artistici e architettonici. Per la maggioranza degli edifici (chiese e oratori), che non rispondono al presente ai nuovi requisiti, si tratta di trovare il delicato equilibrio tra contenimento dei costi e necessità di dare respiro alla vita delle nostre comunità.
Solo due dati tra i tanti: nell’anno 2020 la spesa complessiva per gli energetici di tutte le parrocchie della Diocesi è stata pari a oltre 3,5 milioni di euro, con un’incidenza sul totale delle spese ordinarie di circa il 30%, e dal 2020 ad oggi il prezzo della materia prima in mc e kw ha subito già importanti incrementi.
Un raddoppio di tale spesa, seppur riferito ai mesi invernali, sarebbe davvero insostenibile. Per tale motivo, accanto all’indicazione di contenere i consumi, si stanno mettendo in agenda alcuni incontri con gli “addetti ai lavori”, in primis i parroci e i loro più stretti collaboratori, per condividere queste idee e assicurare loro uno sviluppo futuro, nella certezza che unire le forze in questo momento difficile è garanzia di successo, perché la sostenibilità…è anzitutto relazione.
Cinzia Ferrari
(economa diocesana)
don Fausto Sangiani
(Pro Vicario Generale)