Un nuova missione in Ucraina per il gruppo Frontiere di pace questa volta con destinazione Kherson è in corso in questi giorni. Nel carico – oltre a cibo, medicinali e prodotti per bambini – anche decine di letti destinati all’Ospedale della cittadina conquistata dai russi e successivamente ripresa, nel maggio 2022, dall’esercito ucraino.
A guidare i due pullmini, partiti da Maccio sabato 13 maggio, quattro “driver” volontari di Frontiere di Pace: Luca Trippetti, Marco Volpini, Franco Cappelletti e Donato Lucarelli. Prima tappa del viaggio Lviv (Leopoli) dove i due equipaggi si sono ritrovati con padre Ihor Boyko, rettore del seminario greco cattolico cittadino, e da sempre guida dei volontari comaschi in terra ucraina.
Di seguito la loro testimonianza direttamente da Kherson:
“Questa mattina abbiamo incontrato quella donna di cui ho raccontato ieri sera. Si è seduta con noi su una panchina, fuori dalla chiesa, in mezzo tanti palazzi in stile sovietico e dopo qualche parola sul suo diabete, ha chiesto al marito di giocare con la loro bimba appena adottata, poco più in là, di modo che non sentisse. Così ci ha raccontato della sua malattia, della dialisi frequente, della necessità di trapianto dei reni e che lei sia al numero circa 600, sui circa 40 trapianti annuali. Ci ha sorpreso con le lacrime agli occhi quando ci ha detto che la sua prima preoccupazione sarebbe la perdita di una seconda mamma, per sua figlia. Ho solo saputo dirle che ci saremmo occupati di provare a capire se sia possibile portarla in Italia, per un trapianto. È una cosa enorme, lo so bene, ma guardando una donna così davanti a me e guardandola negli occhi per pochi lunghissimi secondi, io non ho saputo dire altro e poi l’ho abbracciata forte.Poi, siamo ripartiti e dopo diversi checkpoint con soldati armati e dotati di giubbetti antiproiettile siamo arrivati a Kherson. La città è quasi disabitata, meno del 10% della popolazione è rimasta, una città fantasma. Attraversando le vie desolate, ho incrociato una bambina di circa 9 anni, che attraversava la strada da sola, su dei pattini. Mi sono chiesto chi proteggesse quella bimba dai bombardamenti russi, chi potesse garantire la sua sicurezza se la sua famiglia non potesse permettersi di scappare da Kherson. Forse non tutti sanno che il rapporto di cambio tra la Grivnia Ucraina e l’euro è di 40 a 1, quindi per immaginare una fuga all’estero di una famiglia, per almeno qualche mese, occorre prima di tutto dividere il proprio patrimonio per 40 e poi iniziare a fare i propri calcoli, semmai si pensasse di andate in Polonia, occorrerebbe comunque dividere per 10… io non so quanto potrei garantire alla mia famiglia, spendendo l’intero patrimonio familiare… a fronte di altre incertezze… che tenerezza pensare a quella bimba, qui senza amici e a quei genitori, molto probabilmente con il papà al fronte. Nel pomeriggio abbiamo scaricato 10 letti ospedalieri, barelle, 300 stetoscopi, bende e garze, all’ospedale della città. Un ospedale dell’epoca sovietica, non propriamente una clinica privata paragonabile a quelle europee, ma con la “ricchezza” di essere stata recentemente colpita da un missile russo, che ne ha generosamente attraversato una sala, bucando la facciata principale e facendo saltare i vetri delle finestre di quasi tutti i piani. Mentre scaricavamo, per tutto il tempo siamo stati accompagnati da un sottofondo di colpi d’artiglieria pesante, piuttosto vicini, simili a quando un forte temporale si sta avvicinando ma con colpi più netti e ravvicinati. Poi abbiamo visitato la città, fino al fiume Dneper che divide i due fronti, ucraino e russo, sul territorio ucraino. Là i colpi erano ancora più netti, come potete sentire nel video, il fumo bianco a circa 3 km è quello di un obbiettivo ucraino colpito, ai russi. Anche se c’è da registrare un villaggio ucraino colpito dai russi questa sera verso le 20, ferendo 3 bambini e una donna. Ora siamo ancora nel rifugio e fuori, pare capodanno, ma qualcuno rischia la vita. Il priore del monastero che ci ospita ci ha parlato di soldati russi cristiani, venuti a pregare nella loro chiesa, con la consapevolezza che si tratti di una guerra senza reali ragioni per un’invasione. Segno che forse la Speranza vera è più forte delle ideologie. Ma non sappiamo quando questa guerra contro il popolo ucraino terminerà”.