«Quando guardi in faccia in dolore, non puoi voltarti dall’altra parte». È la risposta che riceviamo da don Fabio Melucci quando gli chiediamo qual è stata la scintilla che lo ha portato a occuparsi dei giovanissimi in affanno, quei pre-adolescenti e adolescenti che le semplificazioni etichettano come “problematici”, ma il cui “problema” principale, l’origine del loro malessere, è una grande solitudine. Don Fabio, oggi responsabile della pastorale giovanile del Vicariato di Como, fino a un paio di anni fa era vicario della parrocchia di Como-Sagnino e qui aveva avviato il progetto “Ta.Tu. – Talenti Tutti”: doposcuola, animazione, accompagnamento per i ragazzi delle Medie. «Oggi quel progetto prosegue e si sta ampliando – ci spiega don Davide Corti – giovane sacerdote inviato alla comunità pastorale di Monte Olimpino-Sagnino-Ponte Chiasso, i quartieri a nord di Como, a ridosso della frontiera con la Svizzera –. Continuano le attività, i laboratori pomeridiani, le proposte sportive, i momenti di aggregazione e conoscenza. Sta evolvendo e c’è la volontà di allargare la proposta anche agli alti poli della comunità pastorale, rendendo gli oratori realtà sempre più vive, capaci di un coinvolgimento intergenerazionale. Il progetto ha un suo futuro: lo stiamo pensando anche con la collaborazione della Pastorale giovanile diocesana e la possibilità di accedere a bandi regionali a sostegno del protagonismo delle giovani generazioni».
«Quando sono arrivato in centro città – ci spiega don Fabio – ho cercato di capire quale fosse la realtà. E così mi sono messo a camminare per le vie di Como, senza pregiudizi e con un taccuino per gli appunti. E ho visto che, una volta finita la scuola, tantissimi ragazzini passano i loro pomeriggi “in strada”, nelle piazze, nei bar, ai giardini». Mancano luoghi di aggregazione che possano dare loro stimoli e futuro. Le famiglie sono sole. E vivono la frustrazione di non riuscire a seguire come vorrebbero i propri figli, perché ci sono il lavoro, gli impegni, la routine. «Ho visto tanti bisogni – prosegue don Fabio – perché i nostri adolescenti, sempre più precocemente, mostrano tante forme di dipendenza: si parte dal digitale per arrivare a gioco, alcool, fumo (e viene da chiedersi, ma come fanno a procurarsi gratta e vinci, sigarette, bottiglie?). E poi la violenza, fra di loro, con il bullismo, e contro se stessi, con episodi di autolesionismo, ma anche anoressia e atarassia».
La situazione è così compromessa? «La situazione è complessa ma non compromessa – ci risponde don Fabio –. Ci sono adulti appassionati, professori, dirigenti scolastici, giovani che hanno voglia di darsi da fare, di interrogarsi e di mettersi a servizio di questa sfida educativa». Ed ecco che, in un anno, nasce il “Laboratorio dei Talenti”. «Un progetto diffuso su diversi oratori della città di Como – spiega Melucci –: San Bartolomeno, San Giuliano, San Giorgio, San Fedele e, a breve, contiamo possa partire alla SS. Annunciata. Abbiamo coinvolto le scuole: gli istituti comprensivi di Como Centro, Como Lago e due paritarie, il Collegio Gallio e l’Istituto Canossiano». Il Laboratorio, oggi, si rivolge a una settantina di ragazzini delle Medie inferiori (perché è l’età di mezzo, quella più esposta, sulla quale gli interventi preventivi hanno maggiore efficacia): il pranzo insieme, l’accompagnamento nello studio, la vicinanza relazionale. «Abbiamo un educatore professionale che ci supporta nella parte organizzativa e di contenuto, più 157 volontari che si sono messi a disposizione con tanta disponibilità e passione gratuita». Stare vicino ai ragazzi significa stare vicino alle famiglie, «che ci seguono in questa progettualità, perché le famiglie chiedono solo una cosa: la felicità dei figli… e quando vedi, invece, giovanissimi che si chiudono in casa, che non ce la fanno a essere felici, non puoi non metterti in discussione e fare qualcosa che completi e integri i nostri cammini tradizionali».
Il talento «non è solo saper fare. Il talento è prima di tutto relazione, partecipazione, condivisione. È aiutare i nostri adolescenti a volersi bene, a stare in compagnia, ad alimentare la loro autostima, ad avere attese per se stessi, a sentirsi unici». Il gruppo di lavoro del “Laboratorio dei Talenti” pensa in grande e guarda al futuro, sognando anche percorsi di formazione per educatori di ispirazione cristiana. «Partiamo dai bisogni e, anche le criticità – chiosa don Fabio –, possono diventare strumenti di unità. È un cammino per rinnovare le nostre comunità, senza dimenticare le radici preziose che ci appartengono (pensiamo alla modernità di San Giovanni Bosco o di don Lorenzo Milani), e alimentare una catena educativa che, altrimenti, rischia di arrestarsi, perché vediamo che i nostri giovanissimi sono in affanno, ma ci sono i grandi vuoti del mondo adulto».
L’IMPORTANZA DEL SOSTEGNO ECONOMICO AI SACERDOTI
Nonostante siano state istituite nel 1984, a seguito della revisione concordataria, le offerte deducibili sono ancora poco comprese e utilizzate dai fedeli che ritengono sufficiente l’obolo domenicale; in molte parrocchie, però, questo non basta a garantire al parroco il necessario per il proprio fabbisogno. Da qui l’importanza di un sistema che permette a ogni persona di contribuire, secondo un principio di corresponsabilità, al sostentamento di tutti i sacerdoti diocesani. «In questo tempo di cammino sinodale l’offerta per il sostentamento del clero – osserva il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – diventa un gesto concreto, un dono per “camminare insieme”. Una scelta valoriale che si traduce in un sostegno reale alla missione dei nostri preti». Diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, le offerte per i sacerdoti sono espressamente destinate al sostentamento dei preti al servizio delle 226 diocesi italiane; tra questi figurano anche 300 sacerdoti diocesani impegnati in missioni nei Paesi più poveri del mondo e 2.500 sacerdoti ormai anziani o malati, dopo una vita spesa al servizio degli altri e del Vangelo. L’importo complessivo delle offerte nel 2022 si è attestato appena sopra gli 8,4 milioni di euro in linea con il 2021. È una cifra lontana dal fabbisogno annuo, che ammonta a 514,7 milioni di euro lordi, necessario a garantire a tutti i sacerdoti una remunerazione pari a circa mille euro mensili per 12 mesi. Nel sito www.unitineldono.it è possibile effettuare una donazione ed iscriversi alla newsletter mensile per essere sempre informati sulle numerose storie di sacerdoti e comunità che, da nord a sud, fanno la differenza per tanti.
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