Martedì 23 gennaio 2024, la Corte d’Appello vaticana si è pronunciata circa le accuse del Promotore di Giustizia dello Stato della Città del Vaticano rivolte a don Gabriele Martinelli, sacerdote del clero di questa Diocesi.
La Corte ha ritenuto don Gabriele Martinelli, ex allievo del Preseminario San Pio X, non punibile per i fatti contestati fino al 2 agosto 2008, in quanto minore di 16 anni, e, in relazione al periodo successivo al 9 agosto 2008, lo ha assolto dall’accusa di violenza carnale e atti di libidine su un compagno di sette mesi più giovane, costituitosi parte civile, per insufficienza di prove; la stessa lo ha, però, ritenuto colpevole del reato di corruzione di minore per le azioni avvenute tra il 9 agosto 2008 e il 19 marzo 2009 nell’Istituto in parola, condannandolo a due anni e sei mesi di reclusione e 1.000 euro di multa, dichiarando inammissibile la domanda di risarcimento danni presentata dalla parte civile.
La sentenza di secondo grado è stata resa al termine di un procedimento complesso, nel quale la Diocesi di Como ha offerto fin dall’inizio la più ampia collaborazione, mettendo tra l’altro a disposizione del Promotore di Giustizia vaticano il fascicolo relativo all’indagine previa espletata dal Delegato vescovile.
Circa il coinvolgimento di Mons. Enrico Radice, ex Rettore del Preseminario, il procedimento si è concluso avanti alla Corte d’Appello vaticana in data 8 novembre 2023 con l’inammissibilità degli appelli proposti contro il sacerdote.
La Magistratura vaticana e quella italiana stanno ancora procedendo nelle fasi di rispettiva competenza e la Diocesi di Como conferma la propria fiducia nel loro operato.
La Diocesi rinnova il proprio ringraziamento a tutte le persone che, con la loro testimonianza e con la consegna di documenti, hanno contribuito a ricercare la verità e – in attesa della definitività di tutti i giudizi ancora pendenti – ribadisce la solidarietà e vicinanza nei confronti di tutte le persone e le comunità ecclesiali che sono state pesantemente segnate da questa lunga e complessa vicenda umana e giudiziaria.
Nei confronti dei due sacerdoti permangono tuttora alcune misure cautelari canoniche (can. 1722 C.I.C.), tra le quali la limitazione dell’esercizio del ministero e la sospensione dallo svolgimento di attività pastorali che coinvolgono minori e adulti vulnerabili.
La Diocesi di Como conferma il proprio impegno nella tutela dei minori e degli adulti vulnerabili anche attraverso tutte le attività – in primis la disponibilità all’accoglienza e l’ascolto – offerte dal Servizio a tal fine dedicato, istituito nel 2020.