Il 23 febbraio è la memoria liturgica della beata Giovannina Franchi, fondatrice della Congregazione delle Suore Infermiere dell’Addolorata, note a tutte come le suore dell’Ospedale Valduce di Como. Madre Franchi fu beatificata nella Cattedrale di Como dieci anni fa. Domani, sabato 24 febbraio, alle 10.00, in Duomo, si farà memoria della beata Giovannina: «Preghiamola e a lei affidiamo i malati e il mondo intero» è il pensiero delle suore del Valduce.

Il 22 settembre 2014, nel giorno della sua beatificazione, così il cardinale Angelo Amato, dieci anni fa Prefetto dell’allora Congregazione per le Cause dei Santi, nell’omelia, ne tratteggiava il profilo biografico: «Giovannina Franchi nacque a Como il 24 giugno 1807, secondogenita di una delle famiglie più agiate della città. Dopo la prima infanzia trascorsa a casa, frequentò per un decennio il collegio delle Suore Visitandine, per uscirne all’età di diciotto anni. Avviata alla vita matrimoniale, la prematura morte del fidanzato produsse in lei, già sensibile ai valori dello spirito, un vivo desiderio di impegnarsi nell’apostolato catechistico e caritativo. Ancora giovane, le morirono i genitori, lasciandola erede di un consistente patrimonio. Attingendo alla sua eredità si dedicò con maggiore fervore e generosità al servizio degli infermi, soprattutto a domicilio e nelle carceri, e all’accoglienza dei più poveri». Per questo scopo acquistò una casa nel centro storico di Como, nel quartiere allora malfamato della Cortesella (nella foto qui sopra).

L’esterno dell’Ospedale Valduce, nel 2014, con lo striscione che ricordava la beatificazione della fondatrice

«In questa casa trovarono asilo ed assistenza tutti coloro che la buona società emarginava: ammalati, poveri, ex carcerati, monache i cui monasteri erano stati soppressi, infermi di mente, ex prostitute, donne sole, come sartine e ricamatrici, che dopo una lunga vita di lavoro non avevano case e mezzi di sussistenza. Dopo il matrimonio di tre sorelle e un fratello, insieme con alcune compagne, fondò la Pia Unione delle Sorelle Infermiere di Carità, dette di S. Nazaro, che successivamente prenderanno il nome di Suore Infermiere dell’Addolorata. La loro missione era l’accoglienza e l’assistenza dei bisognosi, in modo particolare degli infermi da visitare a domicilio, secondo il progetto originario che, a suo tempo, San Francesco di Sales aveva proposto per le Visitandine. La Beata Madre Franchi si spense a Como il 23 febbraio 1872, contagiata dal vaiolo nero, che imperversava in città, contratto mentre generosamente assisteva un malato a domicilio». Madre Giovannina esortava tutte le sue consorelle a fare il bene «con gran cuore». «Per Madre Giovannina – osservava ancora il cardinal Amato – l’inno alla carità non rimase uno spartito scritto su un foglio di carta, ma fu una vera canzone d’amore, interpretata con gioia e cuore grande facendo quotidianamente del bene ai poveri e agli ammalati».

Per approfondimenti vedi anche: beata Giovannina Franchi, suiloropassi.it