C’è anche la parrocchia di Mirrote, dove operano i nostri missionari fidei donum, tra le zone colpite dal ciclone tropicale Chido che nei giorni scorsi ha investito l’Oceano Indiano e le coste del Mozambico, colpendo con violenza la regione di Cabo Delgado e la Diocesi di Nacala, dove si trova la nostra missione diocesana.
Per dieci ore, raffiche di vento fino a 260 km/h hanno travolto le comunità in cui vivono i nostri missionari, don Filippo Macchi e don Angelo Innocenti, provocando ingenti danni. Fortunatamente don Angelo non si trovava a Mirrote in quel momento perché era nella vicina città di Namapa per alcune pratiche burocratiche.
«Il ciclone – racconta don Filippo – era stato annunciato con largo anticipo dalle autorità, ma davanti a un fenomeno di questa portata non si è mai realmente pronti. Per dieci ore, raffiche di vento molto forti e pioggia intensa hanno colpito Mirrote e numerosi villaggi del nostro distretto. Molte abitazioni, per lo più capanne con il tetto di paglia, sono state rase al suolo. Rientrando dalla visita a una cappella, ho visto interi villaggi con tante case distrutte e anche diversi luoghi di culto. Anche alcune delle nostre cappelle sono state colpite. A Mirrote, quasi tutte le case hanno subito danni».
Secondo il bollettino ufficiale, il bilancio provvisorio è di 34 morti e 319 feriti, con 174.518 persone complessivamente colpite. «Si tratta di numeri certamente sottostimati – continua don Filippo – perché molte persone potrebbero essere ancora sotto le macerie».
Nelle scorse ore, il sole è tornato a splendere, concedendo una tregua alla popolazione. «La stagione delle piogge sta per arrivare – prosegue don Filippo – e, fortunatamente, in queste ore di sole, alcune persone sono riuscite a riparare il tetto della propria casa e a mettere al sicuro quel poco che possiedono. Purtroppo, poco si può fare per chi ha perso completamente la casa. Molti hanno cercato rifugio presso i familiari».
Alla domanda su come stia vivendo questo momento, don Filippo racconta:
«Come missionari – confida – viviamo una grandissima incertezza. Da un lato, c’è la voglia di aiutare chi è in gravissima difficoltà; dall’altro, purtroppo, è estremamente difficile capire chi ha più bisogno. Non conosciamo sempre in modo approfondito la realtà delle diverse famiglie: c’è chi era già in difficoltà, chi ha il forte supporto della famiglia e chi, invece, non può contare su nessuno».
Il sacerdote sottolinea come questo sia il tempo della semina, ma l’uragano rischia di avere ripercussioni pesanti perché molte sementi sono andate distrutte.
Ad essere colpita è stata anche la missione: diversi pannelli solari sono volati come foglie e cadendo a terra so sono rotti, dal tetto della chiesa è saltato un metro di lamiera.
«A Mirrote, sede della parrocchia, pochi feriti, tanto sconcerto, per me lo smarrimento di non sapere come stare accanto a questa gente secondo la volontà di Dio. Un po’ per volta vedremo cosa fare. Grazie per la vostra vicinanza», conclude don Filippo.