Venerdì 25 novembre, alle 20.45, l’auditorium del Collegio Gallio di Como racconterà una storia di educazione, passione, avventura…  Con la proiezione del docufilm realizzato dalla Casa Scout “Don Titino” si concludono le iniziative promosse dall’associazione per ricordare il sacerdote comasco, fondatore della parrocchia di Prestino e del gruppo scout Como 3°, nel centenario della sua nascita (24 luglio 2022).

Ad Alfredo Ronchetti, presidente dell’associazione, abbiamo chiesto di spiegarci la genesi di questo documento. «Il docufilm parte dall’approdo di un giovane sacerdote, nei primi anni Sessanta, a Prestino, quartiere alla periferia del capoluogo. Lì trova una realtà ricca di giovani, ma anche segnata da importanti problematiche sociali. Il focus della narrazione si sviluppa così non tanto sulla vita di don Tito, quanto, piuttosto, sulla scelta coraggiosa di proporre in questo luogo un metodo che potesse aggregare e far crescere i tanti ragazzi che abitavano il territorio. Don Tito vede nello scoutismo il “legante” di una comunità, e così, con il supporto di alcuni capi del gruppo scout Como 1, fonda il Como 3°. “La parlata nuova” non è la storia di don Tito e nemmeno del Como 3°, ma il racconto di un’esperienza straordinaria vissuta in uno dei tanti quartieri della nostra città e del nostro Paese. L’obiettivo della cinepresa è puntato sul mondo dei giovani, in generale, che esprimevano bisogni e chiedevano risposte. Partendo da quella esperienza abbiamo voluto raccontare qualcosa che potesse essere di stimolo per lavorare ancora oggi nelle realtà più disagiate. I giovani di ieri e di oggi sollecitano e domandano, e spetta al mondo adulto avere la capacità di ascoltare. In quel periodo storico le domande dei giovani hanno generato risposte che nello scoutismo hanno trovato sintesi. Certo, non crediamo potesse essere solo quella la soluzione a situazioni di disagio e marginalità, ma per Prestino è stata vincente. E come è accaduto per quel quartiere, potrebbe esserlo per qualsiasi altra realtà in cui sia presente del fermento giovanile che sollecita il mondo adulto. Lo scoutismo ha mostrato di disporre degli strumenti per dare le risposte giuste, ieri, oggi e ancor di più, noi crediamo, domani».

Trovate qui sotto il trailer del docufilm

Com’è stato costruito?

«Partendo dall’idea di raccontare, più che le storie dei singoli, un periodo storico estremamente ricco sul fronte della promozione sociale, della rivendicazione dei diritti civili, delle conquiste della scienza, dei passi della Chiesa attraverso il Concilio. Ci siamo così mossi dall’analisi sociale di quegli anni, dall’ascolto di chi c’era, dalle testimonianze dei primi capi, evidenziando la realtà di una parrocchia “post-conciliare”, capace di anticipare i tempi facendo vivere l’avventura a ragazzi e ragazze, insieme, quando all’epoca negli oratori la divisione tra maschi e femmine era ancora piuttosto marcata. Il docufilm fotografa quella stagione della nostra storia, facendo emergere il senso di un cammino condiviso. Come gruppo Como 3° e Casa Scout abbiamo contribuito alla stesura della trama, deciso i contenuti, selezionato l’ampia documentazione disponibile in archivio, sia come filmati che come immagini. Ad occuparsi delle riprese e del montaggio è stato il video maker Andrea Rossini che, con in suo gruppo musicale, ha realizzato anche le musiche».

Dopo la proiezione di venerdì 25 che destinazione avrà il docufilm?

«Su questo ci confronteremo. L’obiettivo contingente che ci eravamo dati era realizzare un documento nella ricorrenza del centenario della nascita di don Tito. Dopo venerdì credo che lo lasceremo in visiono libera sul nostro sito (www.casascoutdontitino.it), perché possa restare come strumento, magari a disposizione delle comunità capi e delle comunità giovanili in generale che desiderano ascoltare una storia che è valso la pena raccontare. Una testimonianza che ci rammenta quanto sia importante ascoltare il mondo dei giovani e che sia da stimolo ad un impegno comune anche nelle realtà sociali più complesse e difficili».

Andrea Rossini, come dicevamo, è il video maker che ha curato le riprese e il montaggio di questo lavoro. Andrea, com’è stata per te, da non scout, questa esperienza?

«Mi ha dato modo di conoscere un mondo, lo scoutismo, certamente affascinante, e di sperimentare il calore dei suoi componenti. Alla fine di questo percorso ho quasi rimpianto di non aver vissuto io stesso, in prima persona, l’avventura scout. Nella realizzazione del docufilm fondamentale è stato il supporto del gruppo, che mi ha fornito i contenuti e le indicazioni sulla direzione da prendere. E preziosa è la documentazione fornita dall’archivio del gruppo Como 3°, con immagini e moltissimi filmati in Super 8 dello stesso don Tito che, oltre ad essere un prete scout, si è rivelato anche un ottimo videomaker».