Avrà come focus le patologie tumorali del polmone il prossimo convegno in programma in città, il 9-10 marzo, nell’ambito della rassegna “Oncologia e territorio”, promosso dall’associazione Erone onlus. Erone è un’organizzazione con finalità di solidarietà sociale nel campo dell’oncologia, con particolare riguardo all’assistenza e all’aiuto dei cittadini nel delicato momento compreso tra la diagnosi della malattia oncologica e l’inizio del percorso terapeutico vero e proprio.

Il dott. Alberto Vannelli

Sede della due giorni sarà l’Auditorium del Collegio Gallio di Como, in via Barelli. L’impostazione del convegno prevede, secondo una prassi ormai consolidata, una giornata aperta al pubblico (venerdì 9 marzo) ed un simposio medico (sabato 10 marzo), riservato agli addetti ai lavori.

«Il tema scelto quest’anno – spiega al Settimanale il promotore dell’iniziativa, il dott. Alberto Vannelli, medico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano in forza all’ospedale Valduce di Como come responsabile dell’unità di chirurgia oncologica – riguarda una patologia di interesse molto alto. I tumori del polmone rappresentano, nell’ambito oncologico, la terza causa di morte in Italia. Parliamo di quasi 44 mila nuovi casi all’anno, con oltre 30 mila morti. Numeri che ci confermano essere purtroppo una patologia ad alta incidenza e con una mortalità ancora molto elevata, più presente nei maschi rispetto alle femmine».

Per quali ragioni?

«Perché il consumo di sigarette da parte dei maschi ha una connotazione storica più radicata, a cui si aggiungono stili di vita, anche lavorativi, che alzano il livello di rischio, con esposizione a sostanze cancerogene per il polmone maggiori rispetto al mondo femminile. Purtroppo però oggi la forbice si sta riducendo… Quello a cui stiamo assistendo è infatti un graduale incremento del fumo da sigaretta nelle giovani donne, fattore che lascia presagire in loro un progressivo aumento delle patologie tumorali. Per questo mai come quest’anno ci è parso importante puntare su un tema rispetto al quale uno stile di vita corretto può davvero fare la differenza. Se improvvisamente la popolazione smettesse di fumare assisteremmo ad una riduzione di almeno il 40% dei tumori del polmone, la cui incidenza è data dal fumo diretto, ma anche dal fumo passivo, così come dalle polveri sottili e da altre forme più recenti di inquinamento ambientale, come l’esposizione a sostanze più legate all’attività produttiva come il cadmio, l’asbesto o il radon. Questo tema ci porta anche ad una riflessione di più ampio respiro: quanto è importante che la gestione del bene comune in una città sia attenta alla salute della popolazione?».

Quali sono gli effetti del fumo sulle giovani generazioni?

«Aumentando il consumo da sigaretta, e oggi lo registriamo soprattutto nelle donne, si ipotizza che per loro in età adulta crescerà il rischio di contrarre un tumore del polmone. Il fatto si tratti di una patologia “età dipendente” significa che prima si inizia a fumare più il rischio aumenta, soprattutto se l’uso è continuativo. La difficoltà che incontriamo è quella di far comprendere questa connessione alle giovani generazione, che non vedono il pericolo immediato. La sfida che cerchiamo di lanciare è quella di esortare tutti, ed in particolare i giovani, a stili di vita corretti.  E per chi ha iniziato a fumare da giovane, non c’è dubbio che prima smette e meglio è per lui, essendo dimostrato che nel tempo il polmone recupera alcune funzioni, e di conseguenza il danno si abbassa».

Com’è attrezzato il comasco per fronteggiare la patologia del tumore al polmone?

«Chirurgia, radioterapia e oncologia sono ottimamente rappresentate a tutti i livelli e con un’innovazione e una qualità tecnologiche, non seconde agli altri grossi centri oncologici regionali e nazionali. Un’offerta dunque di qualità, frutto anche di una positiva collaborazione delle diverse strutture sanitarie presenti sul territorio. Non dimentichiamoci che nel comasco abbiamo un’incidenza di almeno duecento nuovi casi di tumore al polmone all’anno, il che richiede un’attenzione e una disponibilità di servizi all’altezza».

Leggete l’intervista completa sul Settimanale di questa settimana.