Si sta svolgendo a Bari, dal 19 al 23 febbraio, l’incontro di riflessione e spiritualità “Mediterraneo, frontiera di pace”. Sono presenti una sessantina di Vescovi provenienti da una ventina di Paesi dell’area mediterranea: Europa, Africa, Vicino e Medio Oriente. C’è chi lo ha definito il G20 dei Vescovi, chi il Sinodo del Mediterraneo. Lo scopo di questo riunirsi e dialogare, lo ha detto ieri, in apertura dei lavori, il cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana, Gualtiero Bassetti: non è un parlarsi addosso, ma l’inizio di un cammino di reciproca conoscenza. Sullo sfondo l’intuizione di Giorgio La Pira e i suoi dialoghi del Mediterraneo pensati già nel 1958.

Tanti gli argomenti affrontati nelle prolusioni introduttive: la condizione giovanile, le diseguaglianze economiche, il rispetto del Creato, il tema delle migrazioni, legato, a doppio filo, al proliferare di conflitti. Situazioni che portano povertà e disperazione, tanto che il cardinale Bassetti ha affermato che il «povero che emigra, è Cristo che bussa alla nostra porta». Centrali anche il dialogo ecumenico e interreligioso. Nella giornata di giovedì il tema all’ordine del giorno riguarda i giovani e la trasmissione della fede. Relazione di apertura affidata alla professoressa Giuseppina De Simone, docente di teologia e storia delle religioni alla Pontificia Università Lateranense. «Nei giovani c’è fame di Dio, ma soprattutto desiderio di testimonianze autentiche». La struttura dei lavori del forum è sinodale, con tavoli di confronto e prime conclusioni. Con la prospettiva di fornire a Papa Francesco, che sarà a Bari domenica per i dialoghi e la Messa conclusivi, proposte concrete.

Fra i molti particolari emersi oggi: il bisogno di conoscersi, ascoltarsi, ma, soprattutto, di testimoniare il Vangelo a partire dall’allegria. Venerdì 21 febbraio i lavori proseguono parlando di rapporti fra Chiesa e società.