Una serie di incontri di riflessione, educativi e formativi, sulla problematica dell’abuso di alcol fra i più giovani. È questo l’impegno che il prefetto di Sondrio, Giuseppe Mario Scalia, si è assunto ufficialmente, diramando una nota nella quale esprime preoccupazione per il fenomeno dell’alcolismo diffuso fra i giovanissimi – all’inizio dell’adolescenza. È di pochi giorni fa la notizia di un quattordicenne della Bassa Valtellina giunto alla soglia del coma etilico per aver assunto superalcolici nelle prime ore del mattino, durante un’assemblea d’istituto, camuffando il liquore in una bottiglietta di tè.
«È indispensabile una campagna diretta sicuramente ai giovani – è il pensiero del Prefetto, mutuato da esperti del settore –, ma soprattutto alle famiglie, il cui ruolo e responsabilità vanno supportati e rinforzati». Da qui l’idea di un ciclo di conferenze e dibattiti «tenuti da un gruppo tecnico – scrive ancora il Prefetto Scalia – costituito da rappresentati delle Forze dell’ordine, psicologi, operatori sociali e sanitari». Del progetto sono già stati informati i sindaci e i parroci del territorio, per condividere, sensibilizzare e informare sul senso e sull’utilità dell’iniziativa.
Da tempo la questione dell’alcolismo giovanile in provincia di Sondrio è sotto la lente degli esperti. Una recente ricerca del Dipartimento per le dipendenze ha messo in luce il significativo aumento di giovanissimi che si rivolgono ai loro sportelli per avere assistenza; in altri casi il primo contatto avviene in seguito al ritiro della patente. A livello lombardo i giovani valtellinesi sono primi nella classifica dell’approccio precoce allo sostanze alcoliche. Quasi il 74% dei ragazzi del campione esaminato ha affermato di aver fatto binge drinking – ovvero assunzione smodata e in pochissimo tempo di alcol, per raggiungere uno stato di ubriachezza – più di 4 volte in un mese.