Era stato il parroco di Rebbio don Giusto Della Valle a lanciare per primo l’idea. “Purtroppo questa sera non possono essere qua con noi i migranti presenti a Como, alcuni dei quali sono connazionali del giovane rimasto ucciso”, aveva detto lo scorso 6 marzo alla stazione di Balerna a conclusione della preghiera (leggi qua la cronaca) per il migrante del Mali morto sul tetto di un treno partito da Milano e diretto a Bellinzona.

“Sarebbe bello, allora – aveva proseguito – provare ad organizzare qualcosa di simile anche in Italia, coinvolgendo proprio i migranti, insieme a cittadini ed associazioni dei due Paesi”.

L’invito è stato subito raccolto da cittadini ed associazioni sui due lati della frontiera che invitano tutti – domenica 19 marzo – ad un momento di riflessione in memoria del giovane maliano. A promuovere l’iniziativa sono le associazioni del Canton Ticino (Firdaus, Associazione DaRe, Azione Posti Liberi, Amnesty International) e le realtà di Como (Caritas diocesana, Pastorale dei Migranti, rete Como Senza Frontiere, Osservatorio giuridico per i diritti dei migranti).

Il programma prevede il ritrovo dei cittadini svizzeri alle 14.30 alla stazione di Balerna e lo spostamento verso la Stazione S. Giovanni dove il raduno è previsto per le 15.15.

Successivamente si procederà in corteo verso l’oratorio di S. Eusebio in via Volta, nei locali utilizzati come mensa la scorsa estate. Qui alle 16 si terrà il momento di riflessione e preghiera che sarà animato dalle comunità migranti del territorio, in collaborazione con i rappresentanti delle diverse religioni (cristiane e musulmane) e delle associazioni partecipanti.

19 marzo finito

Il giovane migrante del Mali (le cui generalità non sono state diffuse dalla polizia cantonale Svizzera) si trovava sul tetto di un Tilo partito alle 18.10, del 27 febbraio scorso, da Milano Centrale con destinazione Bellinzona. Non è chiaro in quale punto del tragitto il giovane, che aveva già provato a passare la frontiera nei mesi scorsi dal valico di Ventimiglia, sia salito sul treno dove è morto a causa di un contatto con la corrente che alimenta il convoglio. E’ il primo migrante a perdere la vita nel tentativo di varcare il confine.

Un flusso, quello verso la Svizzera, che seppur diminuito, continua anche in queste settimane: nei giorni scorsi le autorità elvetiche hanno diffuso i dati dei primi due mesi del 2017. I tentativi di ingresso illegale in Ticino in gennaio e febbraio sono stati 2909 (un migrante può aver tentato più volte) e le riammissioni in Italia 2518.