L’associazione Sprofondo e i famigliari di don Renzo ringraziano l’ampia comunità che affettuosamente si è riunita giovedì 4 maggio 2017 per il saluto a don Renzo Scapolo. In particolare desiderano ringraziare il vescovo Oscar, don Luigi Savoldelli, Daniela Scapolo, don Battista Galli, don Umberto Gosparini, la comunità libanese rappresentata dall’Associazione Assirat, don Renato Sacco, don Albino Bizzotto, don Giusto Della Valle, don Roberto Vaccani e i concelebranti tutti: ciascuno di loro è stato capace di far nascere sorrisi così come di commuovere, di portare in evidenza i valori profondamente umani e cristiani che animavano l’agire scomodo e profetico di don Renzo. Grazie.
Un ringraziamento va anche alle istituzioni (Regione, Provincia, Comuni) e alle associazioni intervenute.
Ringraziamo infine chi non ha potuto raggiungerci, come gli amici argentini e bosniaci che hanno ricordato e ricorderanno da lontano, con diverse iniziative, il caro don Renzo.
La nostra associazione, di composizione ampia ed eterogenea ha avuto il privilegio di percorrere con don Renzo un cammino lungo, impegnativo, faticoso e anche gratificante e riconosce a don Renzo, per tanti semplicemente Renzo, l’esempio arguto e operoso a favore dei bisognosi, a qualunque umanità appartenessero.
Ci sentiamo investiti della sua eredità e chiediamo con forza a tutti di sentirsi altrettanto coinvolti, a cominciare dalla comunità sacerdotale oggi così numerosamente partecipante.
Ci sono tanti bisogni, vicini e lontani. Di sicuro tanti si danno da fare, altrettanto sicuramente altri potrebbero attivarsi nell’impegno per alleggerire i carichi di chi più fa.
Ci sentiamo in dovere, tanto più oggi, di sollecitare tutta la Comunità all’accoglienza dei profughi attraverso un coordinamento istituzionale ed ecclesiale.
Come ha affermato monsignor Cantoni nell’omelia: «Fu don Renzo ad accogliere i primi profughi giunti nelle nostre terre dal Libano, fino a convincere le comunità cristiane, stupefatte e smarrite per l’arrivo di tanta gente, che turbava la comune tranquillità, circa il dovere di accoglienza e il compito della ospitalità, proprio in virtù della fede proclamata, che, senza le opere, è morta, come sottolinea San Giacomo nella sua lettera», e ancora «don Scapolo ci ha insegnato a “considerare i poveri di grande valore e a fare in modo che i poveri, in ogni comunità cristiana, si sentissero come a casa loro»“.
E allora non facciamo cadere nel vuoto le belle parole, facciamo, tutti, come ci ha insegnato don Renzo: tiriamoci su le maniche e diamoci da fare, ce n’è per ciascuno di noi.
Don Renzo Scapolo, come da suo desiderio, riposa insieme ai suoi genitori nel cimitero di Montano (a Montano Lucino, Como).
Grazie ancora a tutti, grazie don Renzo.
Associazione Sprofondo con i famigliari